Congresso A.I.S.E.: vita, arte, scienza


Nelle giornate del  22, 23, 24 ottobre 2010 Vercelli ospiterà il  Congresso "Educazione e Sport, il caso del judo" promosso da A.I.S.E - Associazione Italiana Sport Educazione - nella splendida cripta dell'Università. 
Il tema proposto riguarda l’educazione e coinvolge l’originaria visione del judo di Kano Jigoro: certamente non il ju-sport, niente a che vedere con la competizione. 
Così volentieri pubblichiamo l'invito di Cesare Barioli, maestro di Judo e poi giornalista, traduttore, scrittore, poeta, e poi ancora...

"In un mondo dove la scienza raggiunge risultati prodigiosi, leggiamo nella cronaca di tutti i giorni che l’essere umano non dimostra di aver compiuto progressi umanistici tali da garantire la gestione di tale potere. E la proposta del judo, non in quanto selezione sportiva ma come formazione scolastica, può dare occasione di discutere come realizzare principi educativi consoni alle esigenze della Società moderna. 
Nel 1935 il Fondatore del judo dichiarava a Gunji Koizumi:
Mi è stato chiesto da persone di vari settori circa l’opportunità di inserire il judo tra gli sport Olimpici. Il mio punto di vista in proposito è piuttosto critico. Se è nei desideri degli altri paesi, non ho alcuna obbiezione. Ma non sono propenso a prendere alcuna iniziativa.
Da un lato, il judo non è un vero sport. Io lo considero come un principio di vita, arte e scienza; infatti è un mezzo per il raggiungimento di una cultura personale.  Solo una delle forme di allenamento il ‘randori’ può essere classificato come una forma di sport. Potremmo dire la stessa cosa anche per la scherma e la box, ma oggi esse sono praticate e condotte come sport.
Inoltre i giochi olimpici sono così intrisi di nazionalismo c che possibile  esserne influenzati al punto da sviluppare un “Judo Competizione” cioè una forma retrograda quale era il ju Jitsu prima del Judo Kodokan”
Il judo come principio di vita, arte e scienza viene offerto ai giovani non come sport per primeggiare, ma come disciplina morale. Che non consiste nell’insegnare quando morire per l’onore o il feudo come facevano la Cavalleria o il Bu-gei, ma come vivere per contribuire al benessere dell’umanità.
Il nostro Congresso vuole discutere la formazione dell’essere umano (sei-ryoku-zen’yo) perché questi possa poi dedicarsi al progresso e al benessere collettivo (ji-ta-kyo-ei)." 

“Educazione e Sport: il caso del Judo”
Vercelli 22  23  24 Ottobre 2010
Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università del Piemonte Orientale
via Galileo Ferraris, angolo Corso Alcide de Gasperi
Nell’occasione verrà presentato il libro: 'Kano Jigoro educatore' di Cesare Barioli

Perfezione e follia nell'assolo


"Quando leggo qualcosa, a qualunque genere appartenga, mi viene naturale immaginare soluzioni per trasportare quel testo in teatro. È il mio mestiere, è il territorio in cui mi so muovere. Non trovo differenza nell’allestire un romanzo o un lavoro nato per il teatro: il mio interesse scatta nel momento in cui mi imbatto in un linguaggio preciso, riconoscibile, che possegga una significativa connotazione letteraria. Ed è il caso dei Beati anni del castigo, un’opera letteraria che, per come è scritta, mi è sembrato presupponesse l’idea anche di una sua comunicazione orale."

Così Luca Ronconi alla presentazione di  'I beati anni del castigo', tratto dal romanzo di formazione di Fleur Jaeggy (Edizioni Adelphi), con l’interpretazione di Elena Ghiaurov: prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, debutta in prima nazionale al Teatro Studio Expo mercoledì prossimo 20 ottobre con repliche fino al 31 ottobre segnando un’ulteriore, importante tappa, nel percorso del regista sulla drammaturgia contemporanea.
«I beati anni del castigo è un titolo ossimorico, evidentemente», sottolinea Ronconi. «Il fatto che si definisca beato un castigo lascia intendere che esista un elemento fuori registro. È un titolo ironico, ma forse vuole anche sottolineare quanto il successivo disincanto della vita adulta sia stato peggiore della vita di collegio. Forse quegli anni di “clausura” e di punizioni, da un certo punto di vista, sono stati beati».
La storia è ambientata in un collegio femminile,dove la protagonista vive e in cui il racconto,sorta di lettura di un suo intimo diario, apre le porte su un mondo in bilico, un’ 'arcadia della malattia', per usare le parole della scrittrice. Finché si affaccia alla storia  Frédérique, nuova allieva perfetta, magnetica, severa: e qui si scopre la minaccia, una “terra di nessuno” tra  perfezione e  follia.
Il rapporto fra le due donne è qui ripercorso attraverso le percezioni dell’unica che racconta e descrive: nello svilupparsi lento e spietato di un assolo unilaterale, in un crescendo di tensione e di attesa.

Piccolo Teatro Studio Expo  - via Rivoli 6 – M2 Lanza - dal 20 al 31 ottobre 2010
'I beati anni del castigo'
Informazioni e prenotazioni 848800304 - www.piccoloteatro.org - www.piccoloteatro.tv

Lavori e vite precarie: tante storie, nessuna storia?

Secondo incontro presso l'Unione Femminile Nazionale di Milano per il ciclo "Ragazze di ieri e di oggi. Corpo, lavoro, amore, famiglia, sessualità... Incontri e dialoghi tra donne di generazioni diverse".
Il senso del lavoro per le ragazze di ieri e le ragazze di oggi, tra continuità e rotture senso di  precarietà in cui cambiano vite,cambiano percorsi e forse identità e insieme il modo di raccontarsi. 
Riusciremo noi donne a capirci, nella nuova babele delle voci e dei linguaggi?

Lunedì 18 ottobre 2010 alle ore 18.30 è prevista la proiezione del video "Aspettando Madonna ", prodotto dal Laboratorio Eyelab, regia di Federico Iris Osmo Tinelli (52'): un gruppo di giovani donne decide di fare un'autoinchiesta sul lavoro e di tradurla in linguaggio cinematografico. 
Il regista scompiglia le carte in un 'racconto non racconto' di storie soggettive in cui  narrare la precarietà attraverso la precarietà della narrazione.
Conducono il dibattito Chiara Martucci e Marina Piazza alla  presenza del regista  e di alcune delle protagoniste.

Organizzano: Amiche di ABCD, Donneinquota, Libera Università delle donne, Sconvegno, Unionefemminile, Usciamo dal silenzio
Unione Femminile Nazionale
C.so di Porta Nuova, 32 - 20121 Milano