Il Quinto Stato

Storie di donne, leggi, conquiste.

Lidia Poet, Franca Viola, Rosanna Oliva, nomi di donne, ai più sconosciute protagoniste di fondamentali conquiste che oggi le donne vivono come evidenti e naturali. Non è stato sempre così e per molte non lo è ancora oggi. Fino alla fine degli anni '60 l'adulterio, ma solo quello femminile, era reato e la pubblicità degli anticoncezionali era vietata. Solo dal 1960 alle donne è stato concesso di partecipare ai concorsi per accedere ai ruoli di responsabilità nelle pubbliche funzioni e solo nel 1963 hanno potuto entrare in magistratura.
Da pochissimo, e limitatamente ad alcune amministrazioni locali, è stata affermata la presenza paritaria delle donne nelle giunte e nelle società partecipate. Eppure le donne sono state protagoniste dello sviluppo industriale dei primi anni del '900, della lotta di liberazione e della fondazione della Repubblica, della ricostruzione industriale e dei movimenti degli anni '70, fino alle recenti vicende sui temi eticamente sensibili, dall'aborto alla fecondazione assistita, alla dignità nelle immagini pubblicitarie. Un cammino lungo un secolo, un percorso difficile, contrastato, conquistato, fatto anche di leggi e sentenze che hanno cambiato la vita delle donne. E non sempre in meglio.
Ileana Alesso attraverso storie,  canzoni,  film,  leggi e  sentenze, ripercorre questo cammino, descrivendo gli eventi più importanti che hanno modificato il lavoro, la famiglia, la vita delle donne italiane.

FrancoAngeli editori

L'insidia della soglia

«La poesia non deve portare un messaggio, o una verità decifrabile. Deve essere una scrittura, deve rimettere in gioco tutto ciò che noi crediamo di sapere. Da questo punto di vista continuo a pensare che la poesia sia la forma d'impegno più fondamentale, più profondo che esista. Disporsi poeticamente significa disporsi democraticamente. La poesia fa quello che fa la democrazia che, per definizione, concede all'altro la possibilità di essere se stesso». 
Così diceva Yves Bonnefoy in una delle sue ultime conversazioni.
Nato a Tours il 24 giugno 1923 Yves Bonnefoy si è spento a Parigi il 1 luglio 2016, dove aveva insegnato dagli anni Ottanta al Collège de France,  più volte tra i candidati al premio Nobel per la letteratura. Amico del surrealista Breton, laureato in matematica e studioso di filosofia e arte, é stato il più grande poeta di lingua francese del nostro tempo. Qui lo vogliamo ricordare con una delle poesie che più abbiamo amato ( da Le Assi Curve, 2007):

E l’amavo come amo quel suono
nel cuore del quale ringiovanirebbe il mondo,
quel suono che riunisce quando le parole dividono,
quel bell’inizio quando tutto finisce.
Sillaba breve poi sillaba lunga,
esitazione del giambo, che vorrebbe
varcare il passo del respiro che spera
e accedere a ciò che significa.
Simile a quella luce dello spirito
che brulla quando si lascia, di notte,la propria stanza,
una lampada nascosta stretta al cuore,
per ritrovare un’altra ombra danzante.



Christo e Jeanne- Claude

Photo: Wolfgang Volz
© 2016 Christo

Amo i visionari. 
Quelli per cui la forza di un ideale, di un sogno, riesce a mutare destini e realtà. 
Questa é la dimostrazione tangibile che si può. 
Grazie a Christo e Jeanne Claude per aver realizzato quest'opera in un luogo splendido, 
mia terra d'elezione.


Photo: Wolfgang Volz
© 2016 Christo

L’Italia è tutta una periferia: Renzi non lo ha capito


La corsa all’interpretazione del voto di domenica (e del 5 giugno) è diventata così confusa da non riuscire a raggiungere alcun traguardo. Un politologo molto acuto come Ilvo Diamanti nella sua analisi su “la Repubblica” lo ha detto con disarmante chiarezza: i risultati delle urne hanno fatto venire meno tutti i tradizionali punti di riferimento. Ha vinto il Movimento 5 stelle? Sicuramente anche perché ha conquistato la poltrona di sindaco in due grandi città, trionfando così su due palcoscenici mediaticamente molto esposti come Roma e Torino (lo saranno anche dopo il voto, quando si comincerà a valutare l’operato delle neo-elette, Virginia Raggi e Chiara Appendino). Ma poi guardi con maggiore attenzione i dati e ti rendi conto che è andato piuttosto bene anche il centro-destra che semmai ha ottenuto il risultato “nascondendosi” dietro le liste civiche. Nel frattempo, però, la destra (che per anni ha governato con Berlusconi) cioè la Lega Nord, ha perso la sua città-simbolo, Varese.
Alla fine l’unico dato che emerge veramente con chiarezza è la sconfitta del Pd che ha lasciato per strada la metà dei comuni che occupava prima di questa tornata elettorale. Ha perso il partito di governo, ha perso il partito che si è identificato in un presidente del Consiglio che con la sua ottimistica narrazione ha provato a convincere il paese che in questi anni di sua permanenza a Palazzo Chigi tutto stava cambiando per il meglio: cresceva l’occupazione, cresceva il reddito pro-capite, crescevano le opportunità per i giovani, cresceva persino la competitività della nostra nazionale di calcio che agli Europei è approdata al secondo turno dopo essere stata umiliata due anni fa ai Mondiali. Poi, però, chiuso il giornale, o spento il televisore, o abbandonato il computer o lo smartphone, quello che un tempo sarebbe stato definito l’uomo della strada si guardava attorno e si rendeva conto che il figlio trentenne abitava ancora nella camera accanto e che la mattina, molto presto si sarebbe alzato per andare a svolgere un lavoro sottopagato (semmai con un bel voucher), che l’anziana mamma malata di alzheimer non aveva le cure adeguate perché le strutture, nonostante questo stia diventando uno dei mali del secolo per via dell’invecchiamento della popolazione, mancano e mancheranno ancora a lungo, che nel frattempo i pochi quattrini depositati in una delle trasparentissime banche italiane si erano volatilizzati.
Un vecchio adagio dice: puoi provare a prendere in giro una persona tutte le volte che vuoi; puoi provare a prendere in giro tutti una sola volta; non puoi pensare di prendere in giro tutti, tutte le volte che vuoi. Evidentemente Matteo Renzi non conosceva questo vecchio adagio e ha continuano a raccontarci una realtà che non esiste o forse esiste per i suoi amici più stretti, Sergio Marchionne, Davide Serra, mister Eataly Oscar Farinetti. Ma quella non è l’Italia (Marchionne non è proprio italiano). Soprattutto non è l’Italia delle periferie e questo paese, con la crisi, è tutto una periferia, anche quelle zone che tecnicamente non lo sarebbero.
Ecco perché al di là dei vincitori ufficiali, ha vinto il disorientamento. Non sappiamo a quale santo votarci e, allora, scegliamo quello che in momento dato ci offre le garanzie maggiori perché semmai o non ha ancora avuto il tempo per deluderci o non ci ha dato l’impressione di averci deluso. Votiamo Raggi e Appendino ma votiamo anche Luigi De Magistris che scende in piazza a Napoli armato di champagne e “rivestito” con la maglia del Napoli, l’unico segno identitario sopravvissuto al frullatore economico-sociale: la squadra del cuore.

Antonio Maglie - Blog della Fondazione Nenni

In viaggio con le donne e il loro coraggio - VIDEO



Il  video  dell'evento "In viaggio con le donne e il loro coraggio",organizzato dalla UILPA Lombardia e dal dipartimento cultura della UIL Milano e Lombardia presso la sala liberty del circolo Filologico Milanese lo scorso 3 marzo 2016  .  Un progetto multimediale, che attraverso l'incontro tra la musica del maestro Enrico Intra e le fotografie di Pino Ninfa, ha reso possibile celebrare il globale e diverso - da luogo a luogo - coraggio di essere donne.

Tradizione in movimento



Intervento di  Eloisa Dacquino  al convegno organizzato presso la Sala della Passione della Pinacoteca di Brera, “Tradizione in movimento. Dalla tradizione alla modernità, la proposta educativa di Kano”, lo scorso 24 ottobre 2015.


Elleboro Nero

“Potete trovare da soli la magia che state cercando. Potete guarire da soli da qualunque cosa e diventare poi guaritori per gli altri. Siete già sulla strada per la magia. Inoltratevi in questo spazio con il nostro aiuto. In fondo non è che un lungo viaggio.”   
Olga Kharitidi: Il Maestro dei Sogni 

Storia inconsueta di una guerriera gentile. Gabriella rifugge dallo stereotipo dell'artista romantico angosciato e furente. Il suo approccio alla vita è godurioso e gioviale, non a caso la sua creatività si è espressa magistralmente anche nell'ambito del cibo. Vedi la ricerca storica e l'elaborazione di una ricetta rinascimentale commercializzata dalla Pasticceria Dante di Vigevano con il nome “Dolceriso del Moro” e altre imprese interessanti che potrete vedere sul suo sito. 
Molte delle sue opere sono attimi di impermanenza fissati in una forma. E se Icaro avesse potuto plastificare le sue ali? Il desiderio di spaziare nel tempo senza tempo qui è presente imperioso. È gentile Gabriella e a prima vista anche le sue opere lo sembrano, ma quando vedi “Elleboro Nero” non puoi non calarti nella ciclicità della vita. Non puoi evitare di immaginarti, novella Arianna, correre sulla spirale d'oro e come i bambini pensare che se resti solo sull'oro riuscirai a sfuggire alla Morte. Così noi percorrendo la spirale non ricordiamo più se siamo le partorienti o il partorito ed in effetti non ha importanza perché la verità è che siamo tutti e due. 
Così come siamo felici e infelici, guerriere e vittime perché non mettiamo più l'altro fuori di noi e se non c'è più ruolo od opposizione si entra nella Libertà. La libertà cercata da Icaro diventa ora reale. Esprimere se stesse è affermare il proprio Potere. Gabriella non è un'artista solitaria, fa parte del gruppo Ondedurto.arte, che crea nuovi spazi per incontrarsi e discutere di tutto ciò che ritengono significativo perché come, giustamente, dice Angela Vettese nel suo libro “Artisti si diventa” all'inizio il crescere assieme a volte può essere frustrante, ma è necessario e stimolante. Il lavoro di Gabriella rinnova l'immaginario. Gli abiti pur mantenendo una bellezza arcana diventano urlo di libertà. L'oro porta l'eterno nel quotidiano e così lo nobilita e lo fa assurgere a valore sacrale. L'argento lunare ricorda lo scorrere delle maree e l'eterna alternanza di yin e yang, di azione e non azione, di passato e presente. L'Opera è valida e guardata con attenzione darà ad ognuno quello che cerca. È in sintesi un lavoro sciamanico; non a caso in apertura ho citato Olga Kharitidi, famosa sciamana siberiana.   
LeoNilde Carabba     


Elleboro Nero - personale di Gabriella Maldifassi 
Associazione culturale Alveare, Milano 


Solve et coagula


“ La Vita e la Morte
sono due scrigni serrati
ognuno dei quali
contiene la chiave dell'altro.”
Karen Blixen – RACCONTI D'INVERNO.

“Il potere dell'Arte è il potere della sorpresa che disorienta.
Sua missione, oltre ad offrire
bellezza è sconquassare il banale. ”
Simon Schama IL POTERE DELL'ARTE.

Pazza per la Vita”, quindi costantemente in pericolo di Morte. Questo il Mito Personale di Alda Lusona. Le sue opere nascono da una lotta interiore che le nobilita. “Pazza per la Vita” sua ultima opera che ho la gioia di presentare questa sua personale Milanese è così forte che può anche non piacere, ma certo non lascerà indifferenti.
Per Alda resta valida la mia prima intuizione quando l'ho presentata assieme a Gio Marchesi e le altre del gruppo Ondedurto. Alda appartiene, non so quanto consciamente, al Gruppo Cobra per il suo impasto selvaggio, a volte, a prima vista, persino sgradevole. Qui niente compromessi con l'estetismo, ma la materia pura e cruda del vivere. Solve & Coagula, cardine altissimo alchemico che ci riconduce alla Lama dei Tarocchi “Il Diavolo” - che si posiziona nella Cabalà nella Sephirah Geburah, sulla colonna del Rigore e da qui possiamo chiamare a testimone anche Ananke, la Dea della Necessità. Quindi niente estetismi perché solo quello che è necessario prende campo sulle grandi tele di quest'artista, che considero una vera promessa del futuro. E tornando a Geburah, il suo Arcangelo è Camael ed il suo pianeta Marte.
La missione è una costante lotta per trasformare la rabbia e la frustrazione in determinazione e giusta azione e qui come non citare Simon Schama, il grande critico ebreo-americano, che nel suo testo “Il Potere dell'Arte” dice chiaramente che dove c'è grande arte c'è grande rabbia ed io mi permetto di aggiungere che il contrario non esiste perché se la rabbia non viene assunta come “motore di ricerca” diventa, ovviamente, distruttiva.
Oltre a “Pazza per la Vita” c'è un tenerissimo ed angosciante quadro sugli agnelli dal titolo “Roris – corpus puro” che può essere riferito direttamente agli Agnelli sacrificati nel tempo di Pasqua sia a chi si fa vittima. Poi ci sono due trittici su polistirolo: “Le Porte di Saturno” e “Z – conjunctio - Z” ed altri che non nomino, ma che vedrete.
Il modo di operare di Alda è un azzardo costante mediato dalla consapevolezza che l'atto creativo ci mette in pericolo, ma chi rinuncia al pericolo rinuncia alla vita che qui invece, parlo di nuovo di “Pazza per la Vita”, ci investe come un primo piano ravvicinato di frutti di una foresta amazzonica, come un primo piano ravvicinato di uova di un antico dinosauro scampato da un diluvio.Questa magistrale tela, grandissima anche nella misura (150 x 230 cm.) ti sbatte in faccia che se vuoi vivere devi lottare creativamente per la vita ed il mio non è un pensiero cinico difatti mi viene in mente Ibrahim, quel bambino di otto anni che, dopo sette giorni chiuso in aeroporto, scrive: “Pour le juge des enfantes: sono venuto in Francia per abitare con mia zia perché mia madre non ce la fa più a mantenermi. Non ha più soldi per mandarmi a scuola...vedi www.amnesty.it ….” e l'inflessibile giudice dei minori Marie-Françoise Verdun gli dà il permesso, prima negato, di rimanere in Francia ed andare a scuola. Questo di Ibrahim è l'atto creativo per eccellenza, perché un vero atto creativo salva la Vita.  di LeoNilde Carabba


'Solve a coaugla' - personale di Alda Lusona
Associazione culurale Alveare, Milano
Per conoscere più approfonditamente l’artista visitate il sito:
WWW.ENCICLOPEDIADARTE.EU

Donne ritagliate nel nostro tempo


Giorni fa sono andata a pranzo da Chiara Corio e mi è sembrato di tornare a giocare con le bambole, solo che le bambole erano Virginia Woolf,  a cui è dedicato il quadro in apertura e Virginia sarebbe stata certo contenta di vedere che ormai molte donne artiste non solo hanno una stanza tutta per sè, ma una casa tutta per sè.
Perché certo c’è uno spazio nella casa interamente dedicato al lavoro creativo, ma questo poi trasmigra in cucina, sui tavoli del salotto, sui divani e ti può capitare di mangiare con un’opera che occhieggia dalla credenza e così via e così l’Arte diventa quotidiano. 
Altre innaspettate bambole, chiamate in essere da Chiara Corio, photoeditor e artista milanese, sono Maria Zambrano, Malala, Nina Berberova, Frida Kahlo, Pippi, Janis Joplin, Ulrike Meinhhof, Anais Nin, Dame del Pollaiolo ed altre ancora.
Mi sono entusiasmata al lavoro di Chiara perché ho riconosciuto la Matrice di “LILA, il grande gioco”. In sanscrito LILA vuol dire “Gioco Divino” che altro non è che il Gioco dellaVita – Nel 1635 Pedro Calderόn della Barca scriveva “La Vita è Sogno” e per me l’Artista porta in essere un antico concetto: “La vita è Gioco” e il gioco è sogno se le Opere di Chiara possono sembrare trasgressive, bene i bambini giocano per prepararsi alla vita che verrà, gli artisti giocano per mediare tra la realtà ed il sogno, le donne giocano per ricordare a sè stesse che la vita è degna di essere vissuta comunque e dovunque. 
I particolari nell’Opera di Chiara Corio mostrano che al di là dell’ispirazione c’è una costante ricerca, nata da un grande amore per  la lettura e per il racconto delle donne tra donne e come non ricordare, in questo caso,  la grande Clarissa Pinkola Estés che, nelle “Donne che corrono coi Lupi”,  ci ricorda quanto sia importante scavare nel mondo sotterraneo femminile per riacquisire la sensibilità, lo spirito giocoso e la devozione.  
Così il lavoro di Chiara che ti induce a sognare e a familiarizzare con “Donne Mito” ti da anche gli elementi per una continua rinascita. Due,  per ora, sono le tipologie del lavoro di Chiara:  il primo di cui abbiamo parlato sopra e poi le “Stanze” che sono fatte su richiesta. LeoNilde Carabba


CHIARA CORIO 
“Donne ritagliate nel nostro tempo”  mostra curata da LeoNilde Carabba
INAUGURAZIONE  DOMENICA 20 MARZO ORE 17,30
Alveare – Milano, via della Ferrera 8
(fino l'11 Aprile 2016)


In viaggio con le donne e il loro coraggio

Il dipartimento cultura della UIL Milano e Lombardia e la UIL Pubblica Amministrazione Milano e Lombardia, organizzano il 3 marzo 2016 alle ore 18 presso il Circolo Filologico Milanese l'eventoIn viaggio con le donne e il loro coraggio"Un progetto multimediale e al contempo omaggio prezioso, che celebri il globale e diverso - da luogo a luogo - coraggio di essere donne.Un' idea che attraverso l'incontro tra musica e fotografia sottolinei quanto di poetico e creativo ci sia nell'interesse per le condizioni di vita delle persone, del loro lavoro, e come l'universo femminile sia strettamente legato all' attenzione per il recupero e la salvaguardia dell'ambiente. Quell'universo femminile oggetto di soprusi, violenze, che fatica ad essere riconosciuto come portatore di benessere e crescita economica per la società.Attraverso le fotografie di Pino Ninfa e grazie alla collaborazione del maestro Enrico Intra, " In viaggio con le donne e il loro coraggio" costruisce un percorso con storie di figure femminili in Italia e nel mondo, che sollecita riflessione, cui seguirà una tavola rotonda con la partecipazione di Valeria Cavrini (associazione Donne IN) moderatrice, Elisabetta Camussi (professoressa associata Università  degli Studi di Milano Bicocca),Odile Robotti (Amministratrice Unica di Learning Edge Srl, Presidente dell'Organizzazione di volontariato MilanoAltruista e Associazione di promozione sociale ItaliaAltruista),Maria Grazia Gramaglia (Segretaria Nazionale UILPA),Paola Mencarelli (Responsabile Coordinamento Pari Opportunità UILCA Lombardia e Milano),Clara Lazzarini (Segretaria Regionale UIL Milano e Lombardia).L'evento sarà  presentato da Eloisa Dacquino, Segretaria Generale regionale UILPA Lombardia, nonchè responsabile del dipartimento cultura UIL Milano e Lombardia.

VIDEO Tradizione in movimento


Pubblichiamo i trailer,video del convegno tenutosi lo scorso 24 ottobre 2015, presso la Sala della Passione della Pinacoteca di Brera, “Tradizione in movimento. Dalla tradizione alla modernità, la proposta educativa di Kano”, patrocinato dalla UIL Pubblica Amministrazione di Milano, dalla UIL Milano e Lombardia e dal Comune di Milano. Grande l'affluenza di pubblico e la partecipazione dei rappresentanti le diverse associazioni onlus invitate all'incontro, che partendo da un'analisi della società attuale per reinterpretare la tradizione in funzione dell’evoluzione storica, hanno focalizzzato il dibattito su un modello educativo che attraverso la pratica di una forma e lo studio fisico, promuove solidarietà e inclusione di persone con bisogni speciali. Al convegno, cui ha partecipato il Segretario Generale UIL Milano e Lombardia Danilo Margaritella e i cui saluti e apertura dei lavori sono stati affidati alla Segretaria Generale UILPA Milano e Lombardia Eloisa Dacquino, hanno partecipato  docenti universitari ed esperti di judo e tematiche legate al sociale e alla formazione dei giovani (Giacomo Ferrari - docente di Linguistica Generale e Linguistica Computazionale, già Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale, Giuseppe Piazza - maestro di Judo, Claudio Regoli - scrittore, responsabile italiano Katori Shinto ryu di Kawasaki,  prof. Marcello Ghilardi - ricercatore in Estetica presso l'Università di Padova, Alcide Allemandi - insegnante di judo ). 

Per non dimenticare: diamo un futuro alla memoria

"La libertà e la dignità di tutte le persone e la solidarietà tra uomini e donne di diversa provenienza culturale e di differente condizione sociale sono, per le Organizzazioni Sindacali CGIL  CISL e UIL, valori fondanti del proprio essere e del proprio agire. Il “giorno della memoria” rappresenta il nostro impegno per costruire continuamente e mantenere sempre viva la consapevolezza di questi valori, interrogandoci su “ciò che è stato”, sui motivi che hanno consentito il prevalere di sentimenti di rifiuto dell’umanità e di comportamenti di prevaricazione e atrocità verso il prossimo, sui principi che hanno permesso a uomini giusti di resistere, in quel tempo, alla perversione del senso comune e del conformismo, sulla responsabilità che un atteggiamento di passività e indifferenza porta con sé verso il pericolo minaccioso che tutto ciò possa ripetersi. Auschwitz è una pagina cruciale nella complessa storia della costruzione dell’identità europea; riguarda tutti noi e ci riguarda ancora oggi. . Auschwitz, il campo di concentramento e sterminio dalla natura polispecializzata, costruito dai nazisti nelle estreme propaggini orientali della Slesia, ha costituito uno dei luoghi della Shoah, lo sterminio degli ebrei d’Europa, e del Porrajmos, lo sterminio dei Rom e dei Sinti e, contemporaneamente, è stato luogo della deportazione di tutte le categorie di perseguitati politici e sociali del sistema di potere nazifascista europeo. Auschwitz ci racconta di un’incomprensibile esperienza che vede il male assoluto scaturire dal cuore stesso della civiltà, al centro di un’Europa orgogliosa degli sviluppi della tecnica, della scienza e della razionalità. Come può accadere che una democrazia si rovesci nel suo opposto, in un regime totalitario? Così concepita, come vuole il nostro progetto, la memoria si volge al futuro e si consegna, soprattutto, alle giovani generazioni chiedendo loro di rivisitare la propria storia e la propria realtà, quella che si vive e quella che si è ereditata. La memoria deve acquisire un valore pragmatico, deve servire per fare qualcosa, per nutrire le radici di un modello di convivenza pacifico e solidale tra gli uomini e le popolazioni, per prevenire e combattere quelle tendenze che hanno originato condizioni di negazione della libertà in cui i diritti umani sono stati sacrificati. Per CGIL  CISL e UIL il “giorno della memoria” rappresenta l’opportunità per riflettere sul valore e la dignità del lavoro, sul ruolo del lavoro per la costruzione di un progetto di libertà personale, collettivo e sociale e sul pericolo della sua alienazione raffigurata nel lavoro coatto degli operai deportati nei campi di sterminio in seguito agli scioperi che chiedevano pace e libertà. La storia del movimento dei lavoratori lombardi ricopre un posto fondamentale nella costruzione della memoria. Gli scioperi nel Nord Italia ed in particolare lo sciopero generale del marzo 1944 – unico in Europa – danno prova del contributo fondamentale che il mondo del lavoro ha dato all’azione per la conquista della indipendenza, libertà e democrazia del nostro Paese, fino alla realizzazione della Costituzione e della Repubblica fondata sullavoro.(…)”

Questo l’incipit del documento unitario delle Segreterie UIL, CGIL, CISL della Lombardia, che vede partecipare la nostra Organizzazione attivamente nell’organizzazione dell'iniziativa  “ In treno per la Memoria. Auschwitz 2016”, che porterà delegazioni di studenti di tutta la regione ai campi di sterminio di Auschwitz e di Birchenau il prossimo 10 marzo.  Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa abbatterono i cancelli di Auschwitz e liberarono i prigionieri sopravvissuti allo sterminio del campo nazista:scoprirono e svelarono al mondo il più atroce orrore della storia dell'umanità: la Shoah. Il 27 gennaio di ogni anno, Giorno della Memoria, viene riconosciuta  quale data simbolica  per ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Per non dimenticare e unirvi a noi in questo viaggio della memoria, vi invitiamo a consultare il progetto e le iniziative collegate   sul  sito www.intrenoperlamemoria.it  

Vivà. Tra passione e coraggio la storia di Vittoria Nenni

La Fondazione Nenni, unitamente alla UIL Milano e Lombardia, alla Fondazione Bruno Buozzi e alla UILPA Milano e Lombardia, organizza a Milano giovedì 21 gennaio 2016 alle ore 16 presso la sede UIL - salone Polotti - la presentazione del saggio " Vivà. Tra passione e coraggio la storia di Vittoria Nenni" scritto da Antonio Tedesco, Segretario Generale della Fondazione Nenni, con la prefazione di Nicola Turco, Segretario Generale UILPA.  Interverranno, oltre Antonio Tedesco e Nicola Turco, Giorgio Benvenuto, Maria Vittoria Tomassi, Danilo Margaritella.  
Modererà l'iniziativa Eloisa Dacquino.