Beni culturali, occorre voltare pagina

I lavoratori del Ministero dei Beni Culturali garantiscono ogni anno la fruibilità del patrimonio culturale italiano a beneficio di cittadini e turisti da tutto il mondo, con un evidente ritorno economico per le casse dello Stato. Tuttavia, è proprio lo Stato che continua a disconoscere sistematicamente il valore generato da questo grande impegno. Negli ultimi anni 15 anni il flusso di visitatori è aumentato e, conseguentemente, anche l’ammontare degli introiti. E ciò, grazie in particolare agli accordi sulla produttività sottoscritti dalle OO.SS. che hanno consentito l’apertura dei siti culturali in gestione statale per 11 ore al giorno e 352 giorni l’anno. Eppure sono anni che il Ministero dell’Economia, nonostante i dati che attestano i guadagni effettivi di produttività e le annunciate “semplificazioni” che avrebbero dovuto velocizzare l’utilizzo dei fondi dedicati, non fa che ritardare il pagamento ai lavoratori delle prestazioni svolte. Tutto ciò ovviamente si somma al blocco dei salari, questione che va avanti da sei anni per tutto il pubblico impiego! Ora il Governo sta tentando addirittura lo scippo delle risorse variabili del FUA, desinate alla produttività. Il prolungamento degli orari, i turni, le festività, le aperture straordinarie vanno retribuite! A tutto ciò ci aggiungono la mancanza di valorizzazione professionale dei lavoratori e le annose carenze di organico che affliggono le strutture del Ministero tutto. Non è più tollerabile giustificare disorganizzazione e disservizi. Da Uilpa, Fp Cgil, Cisl Fp, un monito: “Il sistema Mibact lo cambiamo noi: più servizi, più attenzione all’utenza, più benessere organizzativo, più coinvolgimento dei lavoratori. E trasparenza e legalità su appalti e concessioni.”

Due donne, un lungo esilio

Scrivere di Maria Zambrano, scrittrice andalusa che ho amato  fin dall'adolescenza,  incute soggezione e pudore: per la vastità del suo sentire, il lungo esilio, la solitudine. E ancora - per dirla con Gonzales Palacios -' (...) qualcosa nell'aria, nell'ombra degli alberi, nel rumore del mare, nella brezza, nei sorrisi(...)',  che ho ritrovato in pagine luminose e tragiche, di un sentire comune.   Ancor di più per questi carteggi , epistolari e corrispondenze del cuore con l'amica Elena Croce, che in quasi trecento pagine accompagnano il volume curato da Elena Laurenzi per i tipi della Archinto editori " A presto, dunque, e a sempre. Lettere 1955-1990". Così non produrrò esercizio di stile: rimando il lettore attento alla sacralità del sentire,  la lettura di questo epistolario. Due donne, un lungo esilio.   E.D.

Elena Croce, Maria Zambrano 'A presto, dunque, e a sempre. Lettere 1955-1990' ed. Archinto.

Il trucco, prima forma d'arte umana


"A cosa serve l'arte? L'estetica dopo Darwin", di Winfried Menninghaus, raccoglie e sviluppa le tesi e le provocazioni di Darwin contenute ne " L'origine dell'uomo e la selezione sessuale", rilanciando, anzi osando nella 'presentazione' delle arti quali nuove varianti (evolute), di comportamenti adattivi e di corteggiamento del regno animale. Così il canto, la danza, la musica, la decorazione (il trucco), altro non sarebbero che l'evoluzione dell' attività ludica e del corteggiamento. E d'altronde sarebbe proprio il trucco la prima forma d'arte umana utilizzata per 'attrarre', così come testimoniato dai reperti archeologici (anticipatrice di millenni la pittura).  Tra estetica ed evoluzione, teorie umanistiche e scientifiche, la domanda è: a cosa serve l' arte?  E.D.

Milano, lezioni sul futuro

Nell'ambito dell'iniziativa  " Officina Expo. Sei lezioni sul futuro", a cura di Alessandro Bertante  e Antonio Scurati, il 28 luglio 2015 alle ore 18 Marco Paolini parlerà di  "Uomini e animali", sullo sfondo dello 'Sposalizio della vergine' di Raffaello, presso la Pinacoteca di Brera.


"Il futuro è un tema dimenticato e irresistibile. Soprattutto è un tema inevitabile. Non lo si può aggirare ma non lo si può affrontare se non con la forza di una visione e di un racconto. Dopotutto, siamo una specie che racconta storie, che alza lo sguardo verso l’orizzonte. Lo facciamo per spiegarci il mondo. Lo facciamo, soprattutto, per “stare al mondo”, per donare un senso al nostro esserci, per dare forma al tempo(...)".
E.D.

Incontro successivo il prossimo 14 settembre alle ore 18.30, con Javier Cercas al Castello Sforzesco.

Natura Naturans.



 

Fino al 28 febbraio 2016 Villa Panza ospiterà “Natura naturans. Roxy Paine e Meg Webster (Opere dal 1982 al 2015), una mostra che intende riflettere -  in concomitanza con Expo Milano 2015 Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita -  sul tema della natura come generatrice e fonte di vita. Ventotto grandi opere e installazioni, realizzate tra il 1982 e il 2015, sono ospitate lungo un percorso che si snoda tra gli spazi interni ed esterni della villa, cercando un armonioso equilibrio fra natura, architettura e le opere della collezione permanente. I due artisti, con modalità differenti, mettono in evidenza la forza creatrice della natura e la contraddizione che nasce nella società contemporanea dallo sfruttamento di tali energie da parte dell'uomo.
Roxy Paine (New York, 1966) lavora seguendo il principio della traslazione e trasformazione, con materiali sintetici di provenienza industriale, colonizzando gli ambienti con opere che riproducono fiori, piante e funghi. Meg Webster (San Francisco, 1944) declina questa tematica realizzando veri e propri monumenti dedicati alla terra, sorgente instancabile di vita.
Alcuni lavori sono stati appositamente costruiti in villa, mentre altri provengono da istituzioni internazionali come il Solomon R. Guggenheim Museum, il The New School Art Collection e il Whitney Museum of American Art di New York, il Museo Cantonale di Lugano, l'Israel Museum di Gerusalemme e altri ancora da collezioni private e dalla Panza Collection di Mendrisio. 
   
             Curatatrici Anna Bernardini, Angela Vettese - Ente Promotore FAI Fondo Ambiente Italiano