La primera boda gay en Latinoamérica se celebra en la Patagonia

La gobernadora de Tierra del Fuego autoriza el matrimonio después de que la justicia civil lo volviera a rechazar.

Por primera vez, dos personas del mismo sexo se casaron ayer en Latinoamérica. Lo hicieron en la ciudad más al sur del planeta, Ushuaia, la ciudad argentina situada a 3.500 kilómetros de Buenos Aires. Álex Freyre y José María Di Bello, que habían intentado sin suerte casarse el 1 de diciembre en la capital argentina, por lo que recorrieron todo ese camino para encontrar un lugar en el mundo donde unirse en matrimonio.La pareja había pedido en abril casarse en su ciudad, Buenos Aires, pero el Registro Civil le denegó su solicitud porque el Código Civil no contempla la posibilidad de matrimonios entre personas del mismo sexo. Freyre y Di Bello presentaron entonces un recurso de amparo y consiguieron que una juez lo autorizara. Como el alcalde de Buenos Aires, el liberal Mauricio Macri, no apeló la decisión, la boda iba a celebrarse el 1 de diciembre, pero abogados católicos reclamaron ante otra juez, que les hizo caso, y después la Cámara Civil confirmó la suspensión del enlace. Una apelación de la pareja ante la Corte Suprema quedó truncada por errores de procedimiento del procurador general porteño.
Intentos judiciales
Pero Freyre y Di Bello viajaron como asesores ad honorem del Instituto Nacional contra la Discriminación (INADI) a Ushuaia y allí volvieron a pedir autorización al Registro Civil de la provincia de Tierra del Fuego, que también se la rechazó. Entonces apelaron a la gobernadora fueguina, Fabiana Ríos, de centroizquierda. Ella los autorizó y se casaron ayer. Uno de los testigos fue el presidente del INADI, el kirchnerista Claudio Morgado. "Sabíamos que la gobernadora es una persona que simpatiza con esta causa", comentó Di Bello.Hasta ayer no había matrimonios gays en Latinoamérica. El pasado día 21, la Asamblea Legislativa de la ciudad de México aprobó su existencia, pero la ley sólo entrará en vigencia en febrero. Hasta ahora, sólo existían uniones civiles, que usualmente no contemplan el derecho a la adopción, en el Distrito Federal mexicano, Buenos Aires, Colombia y Uruguay. Pero este año una reforma del Código de la Niñez habilitó la adopción en Uruguay.
ALEJANDRO REBOSSIO Buenos Aires 28/12/2009
elpais.com

Scrooge


Tratto da Canto di Natale di Dickens approda al Piccolo "Scrooge", spettacolo popolare e coinvolgente che trova nella musica il fulcro dell’intero impianto drammaturgico e scenico, unendo recitato, recitativo e canto.

Scenicamente incentrato sulle molteplici possibilità combinatorie di personaggi in carne ed ossa, ombre corporee e ombre di sagome, lo spettacolo affronta tematiche e contenuti di grande attualità.
La storia di Scrooge, avaro e misantropo riccone nato dalla fantasia di Dickens, è conosciuta: Scrooge è un perfetto prototipo di uomo avido ed egoista, cieco e insensibile di fronte ai mali del mondo; ma anche un esempio edificante di uomo in lotta con una lacerante presa di coscienza.

Coproduzione Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione e Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti, 'Scrooge' costituisce una nuova tappa del percorso di collaborazione già da tempo avviato tra queste realtà: da anni infatti Teatro delle Briciole e Teatro Gioco Vita, pur nella diversità delle poetiche e delle linee artistiche, hanno avviato percorsi di collaborazione instaurando sinergie comuni su alcuni progetti tra i quali ricordiamo la coproduzione dello spettacolo Alice nel paese delle meraviglie del 1997.

Piccolo Teatro Studio - via Rivoli, 6 - dal 22 al 30 dicembre 2009
Informazioni e prenotazioni 848.800.304, www.piccoloteatro.org - www.piccoloteatro.tv

La farsa tragica di Ionesco


Pietro Carriglio prosegue la sua ricerca registica sul teatro del Novecento e sui temi dell’assurdo: dopo 'Il re muore' e a cent’anni dalla nascita dell’autore franco-rumeno, Pietro Carriglio torna a Ionesco scegliendo 'Le sedie' al suo debutto in prima nazionale fino al 20 dicembre al Teatro Studio.
Protagonisti Nello Mascia e Galatea Ranzi nel ruolo di due anziani coniugi che vivono in un faro abbandonato su un’isola deserta: una vita fatta di piccoli gesti quotidiani, come dell’assoluta mancanza di comunicazione con il mondo esterno che i due anziani decidono di rompere per trasmettere un “messaggio all'umanità”.
Attraverso le parole dei due protagonisti prendono vita sulla scena un gran numero di personaggi invisibili: alla porta è un continuo via vai di persone, saluti e strette di mano di individui inesistenti nella realtà ma lucidamente delineati nella loro mente. Persone che si materializzano solo attraverso il moltiplicarsi di sedie oggetto-simbolo, unico segno concreto del senso di vuoto che l'autore intende trasmettere.
Piccolo Teatro Studio -via Rivoli, 6 – M2 Lanza - dal 16 al 20 dicembre 2009
Informazioni e prenotazioni 848.800.304 www.piccoloteatro.org - www.piccoloteatro.tv
'Le sedie'
di Eugène Ionesco
regia e scene Pietro Carriglio
con Nello Mascia, Galatea Ranzi e Sergio Basileproduzione Teatro Biondo Stabile di Palermo

AAA cercasi Cirano disperatamente


In occasione della ripresa dello spettacolo 'Cirano di Bergerac' per la regia di Corrado d'Elia, la Compagnia Teatri Possibili ricerca un attore dai 35 anni in su per il ruolo di Ragueneau (il pasticcere): disponibilità richiesta per gennaio, febbraio e marzo 2010.
Sono ormai dieci anni che Teatro Libero rappresenta questo spettacolo in giro per l’Italia; cambiano le sale ma non il loro entusiasmo, supportato dalla presenza formidabile del pubblico che ha decretato il successo di questo spettacolo, trasformandolo in un ritratto generazionale e in un vero e proprio cult del teatro giovane.

Con momenti di intensa fisicità e nella maniera asciutta, veloce, visionaria che contraddistingue le regie di Corrado d' Elia, la magnifica storia di Cirano - uomo eroico e virtuoso - insuperabile nella spada e nella parola, la cui diversità e il rifiuto di farsi imprigionare dalle convenzioni sociali, dall'asservimento politico e culturale, dal conformismo ideologico e dal potere viene pagata con la morte.
Inviare cv aggiornato e foto in formato jpg a mailto: provini@teatripossibili.org entro e non oltre il giorno 18 dicembre:non saranno presi in considerazione i cv inviati senza foto o pervenuti dopo questa data.

Ombre Shakespeariane


Luca Ronconi sceglie ancora Shakespeare per la sua nuova produzione al Piccolo: un testo ambiguo, crudele, nero e intrigante come ‘Il mercante di Venezia’, al Piccolo Teatro Strehler in prima nazionale assoluta.

Nelle mie frequentazioni shakespeariane”, spiega il regista, “ho sempre scelto commedie problematiche: Troilo e Cressida, Sogno di una notte di mezza estate, Misura per misura. Il loro esito dipende dallo sguardo dell’osservatore: cosa vede? Cosa lascia in ombra? Il mercante di Venezia rientra nella mia predilezione per questo Shakespeare mezzo chiaro e mezzo scuro, mezzo serio e mezzo grottesco… Nel Mercante il concetto di duplicità è ancor più marcato, rispetto al Sogno: se là esisteva una netta demarcazione fra il mondo di Atene e quello della Foresta, nel Mercante possiamo parlare di una continua alternanza tra due “location” equivalenti, un luogo realistico, Venezia, e un luogo fiabesco o romanzesco, Belmonte. Due luoghi sono anche il “luogo dell’ebreo” e quello “del cristiano”. Non stiamo parlando di un conflitto di religioni: a Shakespeare non interessava e il testo va lasciato così com’è, senza forzature. Un altro tema interessante è il rapporto tra eros e danaro: la legge del danaro, e il modo in cui essa governa l’eros, è sorprendentemente presente. Siamo di fronte a una commedia piena di sfaccettature e di possibili punti di vista…”.


Piccolo Teatro Strehler - largo Greppi (M2 Lanza) -dal 9 al 23 dicembre 2009 e dal 7 al 31 gennaio 2010
Info e prenotazioni 848800304 -
www.piccoloteatro.org - www.piccoloteatro.tv

foto Marasco

Polizia Penitenziaria: quale identità

Ancora in questi giorni - dopo i casi Cucchi e Bianzino - il carcere e i suoi Operatori sono sotto la lente mediatica a causa, purtroppo, di eventi tragici che determinano un onda emotiva di avversione nei confronti del sistema, ma in particolare della Polizia Penitenziaria.
Noi che conosciamo bene la realtà carceraria vivendola quotidianamente - dichiara Angelo Urso Segretario Nazionale UIL PA Penitenziari - non possiamo che soffrire per la conseguenze che si riverberano su di noi in termini di immagine”. Riteniamo indispensabile - aggiunge Urso - sollecitare le coscienze di ognunoad una riflessione sulle condizioni che il sistema carcere attraversa, a causa del sovraffollamento e delle carenze di ogni genere”. “Vogliamo sfatare il luogo comune che vede proprio nella Polizia Penitenziaria i responsabili di tutto. Siamo noi, pur lavorando in condizioni di estrema difficoltà, ad essere i primi garanti dei detenuti, quelli che cercano di risolvere i loro problemi ogni giorno, di garantire i loro diritti e di far rispettare le regole di civile convivenza, coloro che assorbono i loro sfoghi, le loro sofferenze e le loro frustrazioni”. “Si tratta di quotidiani fatti di cronaca penitenziaria – conclude il sindacalista - dei quali non si parla perché forse nella notizia manca clamore, ma per noi salvare una persona che tenta il suicidio è motivo di soddisfazione perché un essere umano
è sempre tale, ancor di più quando privato della libertà
”.
Queste sono le ragioni che hanno spinto la UIL PA Penitenziari ad organizzare il convegno “POLIZIA PENITENZIARIA: QUALE IDENTITA’” che si svolgerà oggi 14/12/2009 alle ore 15:30, a Milano presso il Palazzo della Regione – sala Pirelli – con la speranza che possa essere utile a fare si che si guardi al carcere in maniera diversa.
Al convegno interverranno il Presidente della Regione Lombardia, Sen. Roberto Formigoni, la Dr.ssa Antonella Maiolo sottosegretario del Presidente della Regione, il Dr.Alberto Nobili procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano, il Dr. Massimo Picozzi Direttore ricerca del Crimine presso l’Università Liuc di Castellanza, la Dr.ssa Alessandra Uscidda comandante di reparto presso la casa reclusione di Bollate, la Dr.ssa Daria Bignardi giornalista e conduttrice televisiva e Sarno Eugenio Segretario Generale UIL PA Penitenziari.

Carrozzine e stampelle di cioccolato, come il panettone a Natale

Dopo un 1° dicembre dedicato alla lotta nel mondo contro l'Aids, oggi - 3 dicembre - si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità.
Due temi trasversali, due problematiche troppo importanti per essere relegate a una sola giornata, perché così come di Aids si continua a morire anche nei giorni in cui il mondo non ne parla, si è o si diventa disabili oggi, domani o l'anno prossimo, ma la situazione diventa permanente, e i problemi quotidiani.

E allora la redazione di Disabili.com , portale di riferimento dei disabili italiani da 10 anni (1 milione di pagine viste al mese, 8.500 iscritti al forum e oltre 2.000 fan su Facebook) che di questo si occupa quotidianamente, 365 giorni l'anno, si è chiesta e ha chiesto ai propri navigatori- ed anche ad alcune persone che di disabilità si occupano o che la disabilità conoscono bene- se ha senso, ed eventualmente quale sia, celebrare il 3 dicembre.
Attraverso un sondaggio è emerso che per un terzo dei disabili italiani 'serve solo a lavarsi la coscienza'; speculare la percentuale (15%) di chi pensa che sia 'un giorno importante' e dei disillusi, convinti che 'tanto non cambia nulla'. Un navigatore su 5 infine si domanda a chi importi cosa succede ad esempio il 2, o il 4 dicembre.
Opinioni contrapposte anche nel forum di discussione aperto dalla redazione, dove se per qualcuno non ci sono motivi per festeggiare, visti i tagli al sociale, gli ausili negati e le barriere sparse ovunque nel Paese, per altri si, considerato che "Siamo pieni di giornate di qualcosa, ci sta anche questa, per sottolineare però che esistiamo anche durante il resto dell'anno ".
Per quanto ci riguarda, facciamo nostra la proposta ironica e provocatoria di un navigatore che lancia l'idea: "inventare prodotti di cioccolato a forma di carrozzina o di stampella, da vendere in questa giornata "

Processo breve e violenza contro le donne

L’associazione nazionale “D.i.Re - Donne in rete contro la violenza” alla quale aderiscono 54 centri antiviolenza di tutta Italia che operano a sostegno delle donne vittime di violenza, si unisce alle tante voci di grande preoccupazione per il Disegno di legge proposto dal Governo sulla riforma del processo penale.
D.i.Re denuncia che qualora passasse il provvedimento migliaia di processi finirebbero al macero: compresi quelli che vedono imputati gli autori di violenze sulle donne. Sono inoltre ad altissimo rischio di annullamento (per la prescrizione di due anni) i processi che vedono le donne parte offesa per i reati di maltrattamento familiare, di violenza sessuale (per i casi sotto i 10 anni), di violazione degli obblighi di assistenza familiare, di violenza privata, di lesioni e dello sfruttamento della prostituzione.
L'Associazione segnala che saranno esclusi dal rischio di prescrizione solo i processi per i reati di stalking, pornografia minorile, sequestro di persona a scopo di estorsione perché secondo il disegno di legge, producono allarme sociale. Con ciò implicitamente si ribadisce la convinzione che il maltrattamento familiare e i tanti reati contro la persona in ambito familiare siano reati che non producono allarme sociale e non riguardano la società intera.
Dati ufficiali confermano invece che il 75% delle violenze alle donne, fisiche, psicologiche e sessuali, avvengono nell’ambito familiare e sappiamo quanto siano gravi le conseguenze della violenza da un punto di vista psicologico e fisico sulle donne e sui figli e le figlie che assistono ai maltrattamenti. Sappiamo inoltre che la violenza alle donne ha costi sociali in termini sia umani che di risorse economiche altissimi e che è elemento di disgregazione sociale.
In Italia ogni tre giorni viene assassinata una donna e nella gran maggioranza dei casi sono delitti maturati nell’ambito di situazioni di maltrattamento familiare!
L’associazione nazionale “DiRe – Donne in rete contro la violenza” si appella al Parlamento affinché non approvi una legge che viola i principi costituzionali, discrimina gli imputati, non tutela le vittime di gravi reati contro la persona. Secondo l'Associazione si tratta di un’ evidente ingiustizia per tutti, che scardina lo Stato di diritto e sancirà l’ennesima impunità della violenza in famiglia e degli autori di quelle violenze che nella stragrande maggioranza dei casi sono i mariti ed conviventi.
Le donne vittime di violenza saranno lasciate prive di tutela.


Associazione "D.r.Re. contro la violenza", Presso Linea Rosa, Sede Operativa, Via Mazzini, 57/A 48100 Ravenna. Tel. e Fax 0544 216316
e-mail: direcontrolaviolenza@women.it
www.direcontrolaviolenza.it
Sede legale: Via della Lungara nr. 19 – 00165 Roma

fonte: Unione Femminile Nazionale

La Locandiera pop di Corrado d'Elia



Debutta al Teatro Libero di Milano in prima nazionale uno degli spettacoli più attesi della stagione, 'La Locandiera' di Corrado d'Elia, in un allestimento colorato, comico, di grande energia e ritmo.
Attraente e astuta - costantemente corteggiata dagli uomini che frequentano la sua locanda - non cede a nessuno e si diverte a conquistare il cuore di cavalieri e marchesi che alla fine rifiuterà, scegliendo a dispetto di tutti il fidato cameriere.

Secolo di grande allegria e finzione -il settecento- dove la forma aveva grande significato e che nello spettacolo di D'Elia prende una forma sinuosa, affascinante, colorata e ironica: da una parte la Mirandolina archetipo e modello indiscusso di femminilità, dall'altro pratica e calcolatrice donna d'affari, seducente amministratrice delle vite di coloro che nella sua locanda vivono speranze e delusioni, sacrificherà il suo ideale di donna libera in nome della possibilità di scegliere lei stessa il suo destino.
Dopo tanta sperimentazione, dopo gli ultimi lavori in cui la parola veniva spesso frammentata e le immagini e la musica suggestionavano in maniera determinante l'impianto spettacolare delle sue regie, ecco il ritorno ad un teatro di parola, di cui d'Elia è abilissimo costruttore (pensiamo a Cirano de Bergerac, Caligola e Novecento).
Una 'Locandiera' finalmente comica, ricca di energia, d'emozione e di buon ritmo, di atmosfere e scambi vivaci, prezioso e atteso incontro tra un'opera e un regista dal personalissimo e incisivo punto di vista.
Dal 2 al 31 dicembre 2009
Teatro Libero - via savona,10 - Milano

Gaber al femminile


Il secondo appuntamento con “Milano per Giorgio Gaber” è affidato a Maddalena Crippa, che torna al teatro-canzone con "E pensare che c’era il pensiero" di Gaber-Luporini, prima donna a cimentarsi con il repertorio gaberiano.

Dal primo istante”, spiega l’attrice, “mi è stato chiaro che in quanto donna non avrei mai potuto, ma soprattutto non avrei mai voluto, rifare Gaber. Ma Gaber, insieme a Luporini, ha davvero inventato un nuovo modo di abitare il palcoscenico e la canzone, rinnovando l'unione tra parola e musica, riflettendo,interrogandosi, scendendo nel privato o aprendosi al sociale, stando nel presente, riuscendo spesso a decifrarlo e persino ad anticiparlo, mettendosi in gioco in prima persona in una costante ricerca. Proprio nell'onestà di questa ricerca, che a tratti diventa perfino corrosiva, e nel bisogno di condividerla sta il punto di contatto con me, con noi, con l'oggi. Vale la pena di riascoltare le sue parole, specie in un momento tanto buio sia per la cultura che per le coscienze, ma credo valga la pena soprattutto perché la sua eredità, in questo caso, passa attraverso un'alterità - il mio essere donna appunto - un altro punto di vista, un'altra sensibilità. Nella costruzione della scaletta drammaturgica, non ho esitato a tagliare e ad integrare brani o canzoni di altri spettacoli, come per altro era sua consuetudine, specie con E pensare che c’era il pensiero forse lo spettacolo più rappresentato ed elaborato nel corso del tempo”.

La cosa che mi ha soprattutto convinto”, aggiunge la regista Emanuela Giordano, “è l’idea di un Gaber riletto, ripensato, metabolizzato e proposto al femminile grazie all’interpretazione assolutamente inedita che ne fa Maddalena Crippa, allontanando così ogni rischio di imitazione, di rifare Gaber “facendo” Gaber. Maddalena Crippa, attraverso Gaber, canta e racconta la sua (nostra) idea del vivere, i suoi perché, le sue paure. E lo fa volutamente, con fascino, ironia, e potenza tutta femminile. Arturo Annecchino che ha curato il coordinamento musicale dello spettacolo, con gli arrangiamenti di Massimiliano Gagliardi, al pianoforte, ha aderito con entusiasmo al nostro desiderio di portare all’estremo questa inedita lettura gaberiana, presentando in scena non un ensemble strumentale ma un trio di giovanissime vocalist che fanno da contrappunto al canto di Maddalena Crippa, canto che spazia da una vocalità piena a note sottili e struggenti”.

L'ultimo appuntamento con “Milano per Giorgio Gaber” sarà il 14 dicembre con Claudio Bisio, che porta in scena, questa volta al Piccolo Teatro Strehler "Io quella volta lì avevo 25 anni", lettura scenica di un testo inedito di Gaber-Luporini, diretta da Giorgio Gallione con Carlo Boccadoro al pianoforte.


Piccolo Teatro Studio, via Rivoli 6 (M2 Lanza) – 2 e 3 dicembre 2009
Informazioni e prenotazioni: 848.800.304 - www.piccoloteatro.org - www.piccoloteatro.tv