Processo breve e violenza contro le donne

L’associazione nazionale “D.i.Re - Donne in rete contro la violenza” alla quale aderiscono 54 centri antiviolenza di tutta Italia che operano a sostegno delle donne vittime di violenza, si unisce alle tante voci di grande preoccupazione per il Disegno di legge proposto dal Governo sulla riforma del processo penale.
D.i.Re denuncia che qualora passasse il provvedimento migliaia di processi finirebbero al macero: compresi quelli che vedono imputati gli autori di violenze sulle donne. Sono inoltre ad altissimo rischio di annullamento (per la prescrizione di due anni) i processi che vedono le donne parte offesa per i reati di maltrattamento familiare, di violenza sessuale (per i casi sotto i 10 anni), di violazione degli obblighi di assistenza familiare, di violenza privata, di lesioni e dello sfruttamento della prostituzione.
L'Associazione segnala che saranno esclusi dal rischio di prescrizione solo i processi per i reati di stalking, pornografia minorile, sequestro di persona a scopo di estorsione perché secondo il disegno di legge, producono allarme sociale. Con ciò implicitamente si ribadisce la convinzione che il maltrattamento familiare e i tanti reati contro la persona in ambito familiare siano reati che non producono allarme sociale e non riguardano la società intera.
Dati ufficiali confermano invece che il 75% delle violenze alle donne, fisiche, psicologiche e sessuali, avvengono nell’ambito familiare e sappiamo quanto siano gravi le conseguenze della violenza da un punto di vista psicologico e fisico sulle donne e sui figli e le figlie che assistono ai maltrattamenti. Sappiamo inoltre che la violenza alle donne ha costi sociali in termini sia umani che di risorse economiche altissimi e che è elemento di disgregazione sociale.
In Italia ogni tre giorni viene assassinata una donna e nella gran maggioranza dei casi sono delitti maturati nell’ambito di situazioni di maltrattamento familiare!
L’associazione nazionale “DiRe – Donne in rete contro la violenza” si appella al Parlamento affinché non approvi una legge che viola i principi costituzionali, discrimina gli imputati, non tutela le vittime di gravi reati contro la persona. Secondo l'Associazione si tratta di un’ evidente ingiustizia per tutti, che scardina lo Stato di diritto e sancirà l’ennesima impunità della violenza in famiglia e degli autori di quelle violenze che nella stragrande maggioranza dei casi sono i mariti ed conviventi.
Le donne vittime di violenza saranno lasciate prive di tutela.


Associazione "D.r.Re. contro la violenza", Presso Linea Rosa, Sede Operativa, Via Mazzini, 57/A 48100 Ravenna. Tel. e Fax 0544 216316
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fonte: Unione Femminile Nazionale