I lavoratori del Ministero dei Beni Culturali garantiscono ogni anno la fruibilità del patrimonio culturale italiano a beneficio di cittadini e turisti da tutto il mondo, con un evidente ritorno economico per le casse dello Stato. Tuttavia, è proprio lo Stato che continua a disconoscere sistematicamente il valore generato da questo grande impegno. Negli ultimi anni 15 anni il flusso di visitatori è aumentato e, conseguentemente, anche l’ammontare degli introiti. E ciò, grazie in particolare agli accordi sulla produttività sottoscritti dalle OO.SS. che hanno consentito l’apertura dei siti culturali in gestione statale per 11 ore al giorno e 352 giorni l’anno. Eppure sono anni che il Ministero dell’Economia, nonostante i dati che attestano i guadagni effettivi di produttività e le annunciate “semplificazioni” che avrebbero dovuto velocizzare l’utilizzo dei fondi dedicati, non fa che ritardare il pagamento ai lavoratori delle prestazioni svolte. Tutto ciò ovviamente si somma al blocco dei salari, questione che va avanti da sei anni per tutto il pubblico impiego! Ora il Governo sta tentando addirittura lo scippo delle risorse variabili del FUA, desinate alla produttività. Il prolungamento degli orari, i turni, le festività, le aperture straordinarie vanno retribuite! A tutto ciò ci aggiungono la mancanza di valorizzazione professionale dei lavoratori e le annose carenze di organico che affliggono le strutture del Ministero tutto. Non è più tollerabile giustificare disorganizzazione e disservizi. Da Uilpa, Fp Cgil, Cisl Fp, un monito: “Il sistema Mibact lo cambiamo noi: più servizi, più attenzione all’utenza, più benessere organizzativo, più coinvolgimento dei lavoratori. E trasparenza e legalità su appalti e concessioni.”