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Forza misteriosa e tellurica, demone, spirito della terra e musa. "
Potere misterioso che tutti sentono e nessun filosofo spiega". Questo il 'Gioco e teoria del Duende' che Federico Garcia Lorca lesse a Buenos Aires nel 1933. Ebbene "(...)
il duende è un potere e non un agire, è un lottare e non un pensare. Ho sentito dire a un vecchio maestro di chitarra: il duende non sta nella gola; il duende monta dentro,dalla pianta dei piedi (...)
Vale a dire non è questione di capacità, ma di autentico stile vivo, di sangue; di antichissima cultura e, al contempo, di creazione in atto". Il duende è una predisposizione dell'essere, una potente arma evocatrice, una stoccata improvvisa che raggiunge e plasma chi lo possiede. Che incanta, come un demone angelo di rara bellezza e seduce, seduce chi è vicino al segreto delle perdute cose. "(...)
lo stesso duende che infiammò il cuore di Nietzsche, il quale lo cercava nelle sue forme esteriori sul ponte di Rialto o nella musica di Bizet, senza trovarlo e senza sapere che il duende che egli inseguiva aveva spiccato un salto dai misteri greci alle ballerine di Cadice o al dionisiaco grido sgozzato della siguiriya di Siverio(...). Di Eleonora Duse" (...)
che cercava opere fallite per portarle al successo grazie a ciò ch'ella inventava..". E ancora "
il duende che innalza la torre di Sahagun o lavora caldi mattoni a Calatayud o a Teruel, è lo stesso che squarcia le nuvole del Greco e fa dileguare a pedate i bargelli di Quevedo e le chimere di Goya". E ancora quello di una donna di antica e arcana bellezza, canale di energia e mistero, cui dedico questa introduzione al gioco. Della perduta ragione, il sogno.
Agosto, 2015 E.D.
Federico Garcia Lorca, Gioco e teoria del Duende, Adelphi.