Riportiamo l'interessante articolo di *Clara Lazzarini pubblicato sull'Avanti! della Domenica il 13 marzo 2011
Il Socialismo è tricolore - W l'Italia!
Come riferiscono i diari di guerra austriaci, nel 1848 fu il “battaglione Belgioioso” a salvare l’esercito piemontese a Curtatone , e non i volontari toscani come scritto nei testi ufficiali di storia.
Il “Belgioioso” era un battaglione di 170 volontari napoletani organizzati, armati ed imbarcati su una nave a spese di Cristina Trivulzio, principessa di Belgioioso che il 22 marzo, giorno della cacciata degli austriaci da Milano, si trovava a Napoli in occasione di uno dei suoi viaggi di agitatrice politica per l’unità d’Italia.
Nata il 28 giugno 1808, Cristina parlava con scioltezza diverse lingue (cosa che le facilitò i contatti internazionali) ma soprattutto era versatile, dotata di vivacissimo ingegno e profondità di pensiero. In più, era anche particolarmente bella e la donna più ricca di Milano.
Per tutte queste ragioni, quando si interessa attivamente della questione dell’unità d’Italia, finanziando i moti del ’30, del ’48 e della 1° guerra d’indipendenza - da posizioni inizialmente monarchiche e moderate - viene giudicata estremamente pericolosa dal Governo Austriaco.
Più volte accusata di alto tradimento, fu perseguitata da molteplici mandati di cattura e, per ben due volte, dalla confisca di tutti i suoi beni.
Costretta a fuggire, ripara di volta in volta a Genova, a Roma, a Napoli, a Firenze, in Provenza. Giunge infine a Parigi dove, ormai priva delle sue rendite, si mantiene facendo lezioni private, eseguendo decorazioni e ritratti, ma cogliendo l’occasione di iniziare la sua futura professione – per lei una vera e propria vocazione - di giornalista, scrivendo sul” National” editoriali e fondi politici.
Ritornata in possesso dei suoi beni, finanzia patrioti e politici come Mazzini, Gioberti, Mameli , Menotti, Pellico e Maroncelli. Ma, sempre critica, non manca talvolta di polemizzare politicamente con loro su strumenti e metodi della lotta.
Fonda “La Gazzetta Italiana”. Incontra Cavour e Carlo Alberto e fonda “La Gazzetta” in Piemonte ed il “Crociato” in Italia.
Delusa dai Savoia, si avvicina alla teoria della guerriglia di Garibaldi, diventa repubblicana e rivoluzionaria.
Eroina della Repubblica Romana, fonda 7 ospedali ed un moderno corpo di crocerossine.
Dalla Turchia, dove è riparata a seguito di un altro mandato di cattura, invia vivacissimi reportage sul Medio Oriente e sulla condizione delle donne negli harem. Socialista saintsimoniana e “femminista”, concretizza le convinzioni teoriche nel suo fondo di Locate (oggi Locate Triulzi) organizzando un asilo infantile, scuole elementari per ambo i sessi, scuole e laboratori d’arti e mestieri, cucina pubblica, “scaldatoio” e centri infermieristici, riqualificazione delle abitazioni; senza dimenticare il finanziamento e l’organizzazione di feste popolari per qualificare il tempo libero.
Inutile precisare che si attirò l’odio degli altri proprietari terrieri lombardi.
Non smette di scrivere e pubblica opere di teologia, di politica internazionale e un testo “Sulla presente condizione delle donne e del loro avvenire” fortemente anticipatore.
Segue sempre da vicino l’evolversi della situazione dell’unità del Paese per la quale aveva tanto lavorato e pagato,
Nel 1871, ormai gravemente malata, poco prima di morire, a Locate, ha la forza di chiedere “Buone notizie dall’Italia?”
Per sua volontà e all’insaputa di tutti, volle essere sepolta sotto una semplice croce nel settore dei poveri, tra “coloro che amava”.
Lo Stato la dimenticò e la Storia la cancellò: forse odiata dalle donne perché troppo bella e dagli uomini perché troppo intelligente.
Il “Belgioioso” era un battaglione di 170 volontari napoletani organizzati, armati ed imbarcati su una nave a spese di Cristina Trivulzio, principessa di Belgioioso che il 22 marzo, giorno della cacciata degli austriaci da Milano, si trovava a Napoli in occasione di uno dei suoi viaggi di agitatrice politica per l’unità d’Italia.
Nata il 28 giugno 1808, Cristina parlava con scioltezza diverse lingue (cosa che le facilitò i contatti internazionali) ma soprattutto era versatile, dotata di vivacissimo ingegno e profondità di pensiero. In più, era anche particolarmente bella e la donna più ricca di Milano.
Per tutte queste ragioni, quando si interessa attivamente della questione dell’unità d’Italia, finanziando i moti del ’30, del ’48 e della 1° guerra d’indipendenza - da posizioni inizialmente monarchiche e moderate - viene giudicata estremamente pericolosa dal Governo Austriaco.
Più volte accusata di alto tradimento, fu perseguitata da molteplici mandati di cattura e, per ben due volte, dalla confisca di tutti i suoi beni.
Costretta a fuggire, ripara di volta in volta a Genova, a Roma, a Napoli, a Firenze, in Provenza. Giunge infine a Parigi dove, ormai priva delle sue rendite, si mantiene facendo lezioni private, eseguendo decorazioni e ritratti, ma cogliendo l’occasione di iniziare la sua futura professione – per lei una vera e propria vocazione - di giornalista, scrivendo sul” National” editoriali e fondi politici.
Ritornata in possesso dei suoi beni, finanzia patrioti e politici come Mazzini, Gioberti, Mameli , Menotti, Pellico e Maroncelli. Ma, sempre critica, non manca talvolta di polemizzare politicamente con loro su strumenti e metodi della lotta.
Fonda “La Gazzetta Italiana”. Incontra Cavour e Carlo Alberto e fonda “La Gazzetta” in Piemonte ed il “Crociato” in Italia.
Delusa dai Savoia, si avvicina alla teoria della guerriglia di Garibaldi, diventa repubblicana e rivoluzionaria.
Eroina della Repubblica Romana, fonda 7 ospedali ed un moderno corpo di crocerossine.
Dalla Turchia, dove è riparata a seguito di un altro mandato di cattura, invia vivacissimi reportage sul Medio Oriente e sulla condizione delle donne negli harem. Socialista saintsimoniana e “femminista”, concretizza le convinzioni teoriche nel suo fondo di Locate (oggi Locate Triulzi) organizzando un asilo infantile, scuole elementari per ambo i sessi, scuole e laboratori d’arti e mestieri, cucina pubblica, “scaldatoio” e centri infermieristici, riqualificazione delle abitazioni; senza dimenticare il finanziamento e l’organizzazione di feste popolari per qualificare il tempo libero.
Inutile precisare che si attirò l’odio degli altri proprietari terrieri lombardi.
Non smette di scrivere e pubblica opere di teologia, di politica internazionale e un testo “Sulla presente condizione delle donne e del loro avvenire” fortemente anticipatore.
Segue sempre da vicino l’evolversi della situazione dell’unità del Paese per la quale aveva tanto lavorato e pagato,
Nel 1871, ormai gravemente malata, poco prima di morire, a Locate, ha la forza di chiedere “Buone notizie dall’Italia?”
Per sua volontà e all’insaputa di tutti, volle essere sepolta sotto una semplice croce nel settore dei poveri, tra “coloro che amava”.
Lo Stato la dimenticò e la Storia la cancellò: forse odiata dalle donne perché troppo bella e dagli uomini perché troppo intelligente.
*Segretario Regionale UILP Milano e Lombardia