Da molti decenni il pubblico della musica "forte", come la chiama Quirino Principe - accademico di Santa Cecilia in Roma - la cosiddetta "musica classica", o "seria", o "colta", non si rinnova più, è seguita solamente da un pubblico sempre più in là con gli anni. "Quando tutti i canuti e ritinti saranno volati in cielo, non ci sarà più pubblico". Non solo, continuando così le cose - avverte Principe - "la stessa "musica forte" è destinata a scomparire, e con essa ogni traccia della tradizione musicale italiana (che per molti aspetti è europea, mondiale).
Una catastrofe". Per questo motivo dalle pagine de Il Sole 24 Ore Domenica, l'inserto culturale del Sole 24 Ore in edicola oggi, Principe torna a fare un appello ai legislatori italiani e al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché la musica ritorni ad essere insegnata nelle scuole.
«L'Italia - fa notare Principe - è l'unico Stato nel mondo in cui la musica non viene insegnata in tutte le scuole di ogni ordine e rango" (con l'eccezione dei paesi islamici, per motivi religiosi), bensì solo nelle scuole specializzate. E prosegue: "Se una disciplina è insegnata soltanto in sedi circoscritte, e al massimo livello scientifico, e non entra nel circuito della cultura diffusa, essa è un tesoro che si spera bene custodito, ma la sua presenza nella società è nulla».
I motivi per mantenere e potenziare l'insegnamento della pratica musicale nelle scuole dell'obbligo sono molti e vanno dalla richiesta di mantenere viva un'identità culturale (difesa accoratamente nel testo di Quirino Principe) alla consapevolezza dell'effetto positivo che l'istruzione artistica, e in particolare musicale, ha sullo sviluppo cognitivo di capacità che poi sono mobilitate nell'apprendimento delle discipline matematiche e scientifiche. Il Sole 24 Ore Domenica appoggia la causa e invita ad aderire scrivendo a musicainclasse@ilsole24ore.com.
Quirino Principe
Domenica del Sole24 ore
11 settembre 2011