Questo il messaggio che vorremmo nell’immaginario collettivo dei cittadini, dopo anni di continua ed esasperata delegittimazione del lavoro pubblico, dei pubblici dipendenti.
Un sentire comune che nel disorientamento collettivo generato da una politica afasica, possa rappresentare un ancoraggio forte a rafforzare il senso di appartenenza allo Stato, alle sue Istituzioni, alla sua Storia.
Una storia che nella Pubblica Amministrazione vede costante l’azione a tutela delle persone, del territorio, della legalità, della cultura, della sicurezza, da parte di lavoratrici e lavoratori che quotidianamente con professionalità e abnegazione salvaguardano e tutelano lo stato sociale nel nostro Paese, nonostante la scure abbattutasi nel corso degli ultimi anni sul lavoro pubblico, grazie a ‘politiche’ che hanno utilizzato la pubblica amministrazione a mò di bancomat per fare cassa.
‘Politiche’ che si sono concentrate unicamente sulla sospensione della contrattazione nazionale e integrativa, sulle restrizioni in materia previdenziale, sulla riduzione dei fondi per la produttività, sui trasferimenti d’autorità, sulle modifiche alle disposizioni in materia di mobilità d’ufficio, sull’introduzione di una riforma che ha fatto tornare indietro di venti anni il percorso di contrattualizzazione del rapporto di lavoro pubblico, sminuendo così il ruolo della contrattazione.
‘Politiche’ che anziché ridurre i costi della politica e della cattiva spesa pubblica, con la spending review prima e la legge di stabilità poi, sono intervenute in maniera sistematica con tagli lineari e indiscriminati alle risorse, con la riduzione del personale, con il blocco del turn over, con la soppressione e riduzione di Tribunali, Prefetture, Questure; che negli Enti Previdenziali e Assistenziali stanno riducendo in modo consistente la spesa con il taglio della quota riservata ai progetti speciali che riguardano la lotta all’evasione contributiva; che hanno soppresso e accorpato le Agenzia Fiscali, privatizzato la Croce Rossa Italiana, affidato ‘in conto terzi’ la gestione dei Beni Culturali.
Ecco allora che di fronte a un silenzio assordante - tace la politica, tacciono i media – abbiamo ritenuto che le immagini (come stoccata improvvisa a rompere una situazione di stallo), potessero rappresentare più efficacemente la realtà, il mondo del lavoro che rappresentiamo, i pericoli che stiamo correndo come cittadini e lavoratori.
L’augurio è che il video prodotto dalla UIL PA Milano possa offrire un contributo alla discussione, alla riflessione, convinti come siamo che solo dal confronto, solo attraverso la condivisione e la valorizzazione del lavoro – pubblico, privato – sia possibile ipotizzare un futuro di crescita e benessere per la collettività. Eloisa Dacquino