Utero in affitto/Ottima sentenza della Cassazione, ora appello delle Associazioni per le Elezioni Europee


La sentenza delle sezioni riunite della Cassazione, che stabilisce il divieto di trascrizione all’anagrafe dei figli avuti all’estero tramite la maternità surrogata, fornisce finalmente una risposta chiara ai continui tentativi di aggirare la legislazione in vigore da parte di alcuni Comuni italiani. L’utero in affitto nel nostro paese è vietato e non sono possibili automatici riconoscimenti genitoriali degli adulti senza relazione biologica con il minore. La campagna delle trascrizioni intentata nei Tribunali e negli enti locali aveva lo scopo finale di mettere davanti al fatto compiuto lo Stato italiano. La Cassazione correttamente indica come unica strada percorribile l’adozione in casi particolari così come prevede la normativa vigente.
E’ ora necessario che la politica, anche in vista delle elezioni europee, si pronunci dismettendo le ambiguità di questi anni, affinché siano confermate e rafforzate misure a difesa dei bambini che non possono essere soggetti di cui si dispone a piacimento per soddisfare i desideri degli adulti.
Per questo, noi, insieme alla CIAMS, Coalizione Internazionale per l'Abolizione della Maternità Surrogata, chiediamo ai candidati e alle candidate progressiste alle Elezione europee del 26 Maggio 2019 di esprimersi con un netto NO a qualsiasi ipotesi di regolamentazione della surrogazione di maternità, sottoscrivendo l'appello seguente:
Le Istituzioni europee a più riprese si sono espresse contro la pratica della maternità surrogata con Risoluzioni e dispositivi votati dal Parlamento europeo e dal Consiglio d’Europa. In vista delle elezioni europee le associazioni e gruppi che in Italia si riconoscono con il lavoro svolto dalla rete internazionale contro l’utero in affitto, propongono ai candidati delle liste europeiste e progressiste italiane di sottoscrivere un chiaro impegno che si sostanzia in otto punti sotto riportati.
NO, NON BISOGNA REGOLAMENTARE LA GPA MA ABOLIRLA



1.- La gpa, ovvero la surrogazione di maternità, consiste nella mercificazione del corpo di una donna utilizzata come portatrice
2.- la gpa non è altro che la vendita di bambini (*)
3- La surrogazione di maternità è lo sfruttamento della capacità riproduttiva femminile e l'uso di una donna per soddisfare i desideri altrui.
4.- La surrogazione di maternità non mira a soddisfare un diritto. Non esiste diritto alla maternità, né al figlio, esiste la possibilità o meno di essere genitore.
5.- La surrogazione di maternità non fa che aumentare la disuguaglianza tra le donne.
6.- Voler regolamentare la surrogazione di maternità non fa che organizzare una nuova modalità di tratta delle donne.
7. La surrogazione di maternità viola i diritti dei bambini e i diritti delle donne contribuendo a una società fondata sull'uso e il maltrattamento delle persone più vulnerabili e più povere, una società costituita di esseri umani di prima e di seconda categoria, favorendo un ordine mondiale disuguale e discriminatorio tra gli esseri umani.
8.- I desideri di diventare genitori possono essere soddisfatti da forme che non comportino lo sfruttamento né la commercializzazione delle donne e dei bambini.
(*) Nel suo rapporto di attività del 2018, la Referente speciale dell'ONU sulla vendita e lo sfruttamento sessuale dei bambini riconosce che «la sostanza delle convenzioni di gpa praticate, anche nei paesi cosiddetti sviluppati, è nient'altro che la vendita di bambini, qualunque siano gli artifici giuridici impiegati»


Roma, 8 maggio 2019


ARCILESBICA
SE NON ORA QUANDO - LIBERE
SE NON ORA QUANDO - GENOVA
RADFEM ITALIA
RUA Resistenza all'Utero in Affitto
GRUPPO GAY CONTRO UTERO IN AFFITTO

Inizio modulo

Cambio di civiltà: arte, lavoro, politica delle donne



Convegno Femminista a Milano: 18 e 19 maggio 2019 presso la Fabbrica del Vapore, via Procaccini 


sabato 18 maggio

h 10.30-13.00
La politica è la politica delle donne


h 14.30-16.30
Gin/ecologismo
come fermare l'inquinamento tecnopolitico della gravidanza e restare esseri umani


h 16.30-18.30
Le belle imprese del desiderio:
lavoro come politica e libertà



domenica 19 maggio


h 10.30-13.00
Lingue, linguaggi, linguacce
dell'umorismo femminista








Presentazione del libro "Gli uomini ci rubano tutto. Riprendersi il corpo, il femminismo, il mondo: un manifesto"


“(…)L’occupazione non va, il gap salariale si amplia, le carriere restano bloccate, la violenza sessista non dà cenni di flessione. Ma è la parola in sé – donna – che nella propaganda non tira più. Ci sono diritti molto più cool da difendere, quelli delle donne sono roba vecchia e per niente sexy”. La UILPA Milano e Lombardia ha il piacere di invitarvi alla presentazione del libro di Marina Terragni "Gli uomini ci rubano tutto. Riprendersi il corpo, il femminismo, il mondo: un manifesto”, che si terrà presso il salone Polotti, sede UIL di Milano, il prossimo 29 gennaio alle ore 17.30.
Dialogheranno con l’autrice -  giornalista, blogger, autrice di vari saggi tra cui ‘ La scomparsa delle donne’, ‘ Un gioco da ragazze’ , ‘ Temporary Mother. Utero in affitto e mercato dei figli’ -  la responsabile nazionale del Coordinamento Pari Opportunità e Politiche di genere della UIL, Laura Pulcini, la Presidente della Commissione Politiche per il Lavoro e Sviluppo economico del Comune di Milano, Laura Specchio, la Segretaria generale UILPA Milano e Lombardia, Eloisa Dacquino.

«Ancora troppi gap occupazionali e reddituali» «La strada da percorrere è ancora lunga, partire dalla contrattazione di genere»


Analisi UIL: Le donne che lavorano, in Italia, sono ancora troppo poche, con un tasso di occupazione femminile molto lontano dagli obiettivi Europei (60%): nel terzo trimestre 2018, si attesta al 49,4%, rispetto al 68,5% del tasso di occupazione maschile. 

Le retribuzioni delle donne, inoltre, continuano a essere nettamente inferiori rispetto a quelle degli uomini, con un gap retributivo del 31,5% nel settore privato.

È quanto emerge da un’analisi del Servizio Mercato del lavoro della Uil, elaborata sulla base dei principali dati macroeconomici italiani, in occasione dell’8 marzo, con l’obiettivo di dare una lettura di genere aggiornata degli indicatori del mercato del lavoro, con un focus sulle retribuzioni e sulle dichiarazioni dei redditi.

Tra scoraggiamento e motivi familiari, in Italia, le donne che non lavorano sono circa 3,5 milioni, a fronte di 677 mila uomini inattivi per le medesime motivazioni. Se guardiamo alla mancata ricerca di un lavoro per motivi familiari, e quindi di cura connessi alla presenza di familiari anziani e figli, si rileva che il rapporto donna/uomo che non lavorano per tale causa è di 20 a 1.

Dall’insufficienza dei servizi di cura (servizi per l’infanzia e assistenza ai non autosufficienti), unitamente all’alto costo per accedere a tali servizi, ne deriva una difficoltà per le donne di conciliare la vita privata con il lavoro. Ne è prova, non solo l’alto numero di donne inattive, ma anche l’alta percentuale di ricorso ad un orario di lavoro part-time:  3,1 milioni di donne sono in part- time rispetto a 1,1 milioni di uomini.

Così come, l’analisi dei dati sulle dimissioni volontarie entro l’anno di vita del bambino segnala come tale istituto riguardi soprattutto la componente femminile dove 8 dimissioni su 10 sono rassegnate da donne. Nel 2017 sono state complessivamente convalidate 39.738 dimissioni e risoluzioni consensuali, di cui 30.672 presentate da lavoratrici, un numero questo in crescita del 2,6% rispetto al 2016. (Dati Ispettorato Nazionale del Lavoro).

Secondo una nostra elaborazione dei dati Istat, riferiti ai primi tre trimestri del 2018, emerge che su oltre 23 milioni di occupati, il 42,1% è donna (circa 9,8 milioni). Le lavoratrici dipendenti assorbono il 45,3% dell’occupazione subordinata (pari a 8,1 milioni), prevalentemente nei ruoli di impiegate e operaie.  Bassa l’incidenza delle donne nel profilo della dirigenza (32,2%) e nel lavoro autonomo (3 donne ogni 10 uomini).

Nel III trimestre 2018, il tasso di disoccupazione femminile è pari al 10,4%, più alto dell’ 1,8% rispetto a quello della componente maschile e alla media nazionale che si attesta al 9,3%.

Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione femminile è più alto: 19,3%, maggiore di oltre 10 punti percentuali rispetto alle donne del Centro e di 12,7 punti se confrontato con le donne del Nord.

Lo studio della Uil ha, inoltre, analizzato il cosiddetto gender pay gap, attraverso l’ausilio di dati di fonte amministrativa (INPS) e del Ministero delle Finanze (MEF).

Da una nostra elaborazione effettuata sui dati dell’Inps - estratti dall’Osservatorio sui lavoratori dipendenti privati (al netto degli agricoli) - abbiamo riscontrato come, a parità di inquadramento contrattuale, le donne percepiscano una retribuzione media mensile inferiore, con retribuzioni molto basse per le lavoratrici del Mezzogiorno.

Avvalendoci delle Dichiarazioni dei Redditi anno 2017, è stato ulteriormente possibile evidenziare un gender gap reddituale in cui, mediamente, la donna dichiara un reddito inferiore del 40,5% rispetto a quello dell’uomo (15.249 euro medi l’anno a fronte dei 25.614 euro degli uomini).

Tutti questi dati dimostrano come la strada da percorrere sia ancora lunga: attivo e proattivo deve essere il nostro impegno a partire dalla contrattazione collettiva in ottica di genere.


VIDEO I " Il senso della competizione nelle attività sportivo-educative"

Pubblicati i video integrali degli interventi tenuti in occasione del convegno organizzato il 27 ottobre 2018  a Milano, presso Palazzo Pirelli, Sala Pirelli, "Il senso della competizione nelle attività sportivo-educative". Evento organizzato da UILPA Milano e Lombardia, Associazione sportiva “Il Cerchio” Milano e Judo club Yanagi, con il patrocinio di Regione Lombardia, Associazione Cultura Sport e Tempo libero ACSI, Uil Fpl Milano e Lombardia.
Le riprese video del convegno01_Saluti e apertura lavori
Martina Cambiaghi Assessore allo Sport e Giovani Regione LombardiaEloisa Dacquino Segretaria Generale UILPA Milano e Lombardia
Coordina i lavori
 Giacomo Ferrari – Già ordinario di linguistica e ex Preside della Facoltà di Lettere all’Università del Piemonte Orientale02_Giuseppe Piazza – La competizione: Autonomia e Dipendenza

03_Ida Castiglioni – Cooperare per imparare a vincere, competere per imparare a perdere
04_Riccardo Caldarelli – Agonismo e competizione
05_Nicoletta Ferri – La competizione inclusiva: riflessioni pedagogiche
06_Adele Nardulli e Eliana Tosoni – Sport e mondo del lavoro: il dialogo possibile
07_Claudio Regoli – Perché praticare Arti marziali oggi? Koryu e Gendai Budo
08_Lorenzo Natali – La “cooperazione antagonista” tra anima e corpo. Uno sguardo socio-criminologico
09_Contributi dal pubblico