Dopo l’approfondito e acclamato lavoro su Camillo e Adriano Olivetti, Laura Curino porta in scena al Piccolo Teatro Studio la storia di Enrico Mattei, altro grande industriale del Novecento.
Il testo, che l’attrice ha firmato con Gabriele Vacis - regista dello spettacolo - trae ispirazione dall’evento per il centenario di Mattei allestito al Piccolo nel 2006, ma è un lavoro completamente nuovo, prodotto dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torino e dall’Associazione Culturale Muse.
Sola sul palco, intrecciando parole con documenti d’epoca e filmati, Laura Curino racconta le storie dell’uomo “più potente d’Italia” come ebbe a definirlo Giovanni Guareschi.
«All'infuori dell'elezione del Santo Padre, tutto il resto dipende - in Italia - direttamente o indirettamente da lui nel senso che, dovunque egli lo voglia, può attivamente intervenire e far sentire il peso della sua smisurata forza. Col metano egli controlla l'industria, coi concimi chimici egli è in grado di controllare l'agricoltura, con le sue circa cinquanta aziende "sicure" (in quanto garantite dallo Stato) egli regna sul mercato finanziario ed è in grado di assorbire facilmente una parte colossale del risparmio nazionale. Non esiste città, paese, villaggio, strada che non siano presidiati dai distributori di benzina del Cane Nero: attraverso questi "blocchi" stabili, il Signore del Cane nero è in grado di controllare qualsiasi spostamento di uomini o cose»: così appunto Guareschi a proposito di Enrico Mattei, personaggio chiave della storia economica e culturale del nostro paese (dal dopoguerra al 1962), anno della sua tragica fine.
Partigiano, deputato, regista della creazione di una forte industria energetica nazionale, Mattei ha rappresentato una figura imprenditoriale di grande forza e carisma, capace di imporre l’Italia come soggetto economico autorevole anche sui mercati internazionali.
«Sei anni di lavoro istruttorio», scrive la Curino, «poi nel maggio del 1999 viene aperto a Pavia un nuovo processo sul caso Enrico Mattei, prove schiaccianti dimostrano che la tragedia di Bascapè, in cui persero la vita Mattei, il pilota e un giornalista, considerata fino ad allora un incidente aereo, in realtà nasconde un triplice omicidio. Tanti lo sospettavano e credevano di conoscerne i mandanti. Ma non c’erano prove. Il processo di Pavia arriva alle prove inconfutabili che l’aereo è scoppiato in volo. Una carica di dinamite pone fine alla vita dell’italiano più potente dai tempi dell’imperatore Augusto. Ma chi abbia piazzato l’ordigno, e su ordine di chi, è un segreto ancora sepolto nel fango. Ce n’è di fango in questa storia. Tanto da mettere disagio solo a leggerne, figurarsi a recitarla. Petrolio e fango.
Eppure, immergendo le mani nel pozzo nero della storia, le emozioni più profonde restano il disgusto, si, ma anche lo stupore. Il disgusto: quali interessi personali, politici ed economici portano a troncare ignobilmente la vita di Mattei?
Lo stupore: come ha fatto l’Italia a sollevarsi dalla vergogna della guerra persa, dal disastro umano ed economico, dalla miseria secolare di tanta parte del paese?
Dove ha trovato l’energia? Nella generosità dei suoi uomini e delle sue donne migliori, nel coraggio, nell’intraprendenza, nel lavoro.
Di Mattei si sono dette tante cose. Viene accusato di statalismo, sfiducia nella politica, addirittura di aver dato inizio alla corruzione in Italia. Nessuno però contesta la sua lucida comprensione delle necessità del paese: pensiero costante al bene comune, energia a basso costo per la ricostruzione, lavoro, fiducia nelle giovani generazioni, costruzione di rapporti economici internazionali fondati sul rispetto reciproco e sull’equità, attenzione per gli stati emergenti. Visioni che lo portano in paesi allora “intoccabili” come l’Unione Sovietica e la Cina».
Piccolo Teatro Studio, via Rivoli 6 – dal 19 al 30 aprile 2010
Biglietteria telefonica 848800304 - www.piccoloteatro.org - www.piccoloteatro.tv