Serate Bastarde

" Esiste une versione ufficiale della storia ed esiste anche una versione ufficiale del nostro presente. In genere è raccontato dalla televisione (e dall’informazione). La televisione diventa la verità e nella vita cerchiamo di riprodurla. Per riuscirci occorre essere tendenzialmente belli, tendenzialment ricchi, tendenzialmente di successo, tendenzialmente arditi, tendenzialmente veloci, tendenzialmente sfrontati, tendenzialmente erotomani e insieme probi, tendenzialmente produttivi, tendenzialmente solari, tendenzialmente in una maggioranza, tendenzialmente automuniti. Ma c’è un problema: nella realtà siamo storti. Inadeguati. Tendenzialmente brutti, tendenzialmente senza soldi, recentemente senza futuro, tendenzialmente bugiardi. Non siamo ottimi figli, spesso neanche buoni genitori. Siamo umani. E, attualmente, nella crisi: ovvero nel momento terrificante e straordinario della separazione, nel momento della decisione. Un momento che separa ciò che è stato da ciò che potrebbe essere. Il passo dalla finanza alla filosofia è breve.
Serate Bastarde nasce dal desiderio di parlare delle nostre paure: paura di diventare poveri, paura che i vicini di casa ci sparino, paura degli arabi, paura delle malattie, paura di non essere amate per le ustioni che portiamo sul corpo, paura di rimanere fregate, paura di aprire la bocca e paura di morire senza aver aperto la bocca. E nasce dal desiderio di parlare delle nostre spinte rigeneratrici: le parole che rompono le convenzioni del linguaggio. E si sa che la rottura del linguaggio porta con sé la rottura dei complessi.
Raccontare tutto ciò senza la mediazione della metafora ma attraverso la corporalità suicidale dell’incontro diretto con lo spettatore.
Per questo, dentro al racconto, ci siamo messe dentro noi per prime, e il nostro corpo: un’ustionata di 4° grado, le nostre esperienze famigliari, i nostri lutti. Gli argomenti che affrontiamo son quelli delle grandi occasioni: sesso, morte e politica. Il linguaggio è quello del Satiro, quell’essere a membro eretto che aveva il compito di purificare la terra dagli spiriti maligni ostentando riso e linguaggio scurrile come affermazioni della potenza rigeneratrice della natura. Che ha il compito di attaccare i territori di premesse e pregiudizi in cui siamo incappate. E di contro il linguaggio della poesia che solleva il mondano e lo lancia nello spazio.
La vita è breve e la necessità della liberazione un dovere.
Il dovere di conoscere la verità dei fatti, di conoscere chi si è veramente al di là di quello che qualcuno ci richiede di essere.
In genere il mondo lo vediamo tratteggiato in maniera lungamente più grossolana della nostra intima consapevolezza del mondo stesso.
Ma la società si è strutturata per sottrarci il fuoco dell’indagine, la Sorpresa, e ancora peggio: l’Entusiasmo. Ci siamo strutturati per perdere l’uso della parola, la capacità di raccontare ciò che esattamente siamo, ciò che esattamente vorremmo essere(...)
La sorpresa di scoprire cosa c’è, attualmente, dietro alla guerra, dietro a un corpo martoriato dal fuoco, dentro alla casa di una pensionata costretta a lavorare a settant’anni, dietro alla morale della religione, dentro al lutto, dietro alla bandiera." Renata Ciaravino
ore 21.00 martedi 9 giugno ore 21.00 mercoledi 10 giugno ore 21.30
Piccolo Teatro Strehler/Scatola Magica - Milano
TriTTico Festival MIX Milano
Compagnia Dionisi
di Renata Ciaravino e di Carmen Pellegrinelli e Silvia Gallerano
con Ciaravino, Gallerano, Pellegrinelli,
Filmaking di Elvio Longato
Direzione tecnica di Carlo Compare
Produzione Marina Belli
Organizzazione Alessandra Maculan