L'omofobia è una questione tragicamente aperta nel nostro paese, un paese ancora e sempre ostaggio di un retaggio ‘culturale’ che esclude il ‘diverso’, di una politica urlata che 'incita' allo squadrismo, purtroppo supportata su temi eticamente sensibili dalle alte gerarchie ecclesiastiche che da sempre non perdonano a se stesse l’uomo e il suo libero arbitrio.
Teatro Libero,da sempre impegnato sul fronte della lotta alla discriminazione anche attraverso la rassegna di teatro omosessuale Liberi Amori Possibili ideata dal suo Direttore Organizzativo Francesco Di Rienzo e giunta quest’anno alla quarta edizione, porta in scena dal 20 al 26 gennaio ' Vincent River', uno dei testi di maggior successo di Philip Ridley, autore poliedrico tra i più importanti e controversi della nuova generazione britannica.
Scritto nel 2000, sull'onda del ripetersi di aggressioni omofobe nelle periferie londinesi, arriva in scena in un momento in cui anche il nostro paese torna a fare i conti con questo preoccupante fenomeno; ha debuttato in Italia nel 2008 a Bracciano, nell'ambito di Opere Festival, poi all'interno della rassegna Trend di Roma sulla nuova drammaturgia inglese, ed è stato scelto come spettacolo di chiusura della XVI edizione della rassegna romana di teatro omosessuale Il Garofano Verde, di Rodolfo di Gianmarco, segnata da un grande successo di pubblico.
La storia è presto detta: periferia di Londra, un giovane è stato trovato morto nei bagni della vecchia stazione ferroviaria di Shoreditch - luogo tanto noto per gli incontri fra omosessuali da essere definito dagli abitanti della zona "la Sodoma e Gomorra del quartiere”. Vincent River è il nome della vittima: dopo la sua morte Anita - la madre - si scontra con l’atteggiamento ostile del vicinato, tanto da essere costretta a traslocare ma si accorge che un ragazzo continua a seguirla. E’ Davey, che avendo trovato il corpo di Vincent, non riesce a cancellare dalla sua mente il suo volto. I due - complici l’alcool - poco a poco vincono la diffidenza: i racconti si intrecciano in un vertiginoso susseguirsi di emozioni e ricordi che inevitabilmente finiscono per incrociarsi in un drammatico finale.
In scena Francesca Bianco, attrice di lunga militanza sui palcoscenici italiani e Michele Maganza, tra i giovani attori più promettenti usciti dalla celebre scuola di Genova, che curiosamente nella vita sono madre e figlio. La regia è di Carlo Emilio Lerici, figlio del drammaturgo Roberto Lerici.
Teatro Libero - via savona, 10 - milano