Anfitrione e il suo doppio

Commedia dalla comicità plautina che ha il suo culmine nella varietà di toni dei numerosi faccia-faccia tra gli Dei e gli uomini, per la regia di Antonio Zavatteri è in scena al Teatro Libero di Milano dal 7 al 18 gennaio “ Anfitrione”, di Molière.

Un ‘affaire’ si potrebbe dire di corna divine, di ‘Dei’ in combutta contro gli uomini che per soddisfare le proprie pulsioni non esitano ad esercitare violenza, a mentire sulla propria identità e soprattutto ad espropriare l’identità dei propri avversari, privati della propria grazie all’esercizio di prevaricazione ed arroganza dei potenti.
Tema quanto mai ineluttabile ed eterno, ‘Anfitrione’ muove tra il reale e il suo doppio, in un grande ‘gioco’ che è anche opera di indagine sulla vita e sul comportamento dell’uomo.
La storia è presto detta: invaghitosi della bella Alcmena - casta moglie del re di Tebe Anfitrione - Giove scende dall'Olimpo e le si presenta con indosso l'armatura del marito di ritorno dalla guerra; mentre il fedele Mercurio - assunte le sembianze di Sosia del quale corteggia la moglie Cleante - fa la guardia alla porta del palazzo in cui si consuma la divina notte d'amore, faranno ritorno a casa anche il vero Anfitrione e il vero Sosia.

E dunque chi il ‘vero’ Anfitrione, chi il ‘vero’ Sosia?
Tra finzione e realtà, un Molière dalla travolgente comicità
di Eloisa Dacquino