De’ segni de’ tempi

Ci scuserà forse Giordano Bruno se mutuando il titolo del suo libro ( andato perduto), come segno del tempo - di questa nostra nuova alba o tramonto - non ci uniamo al coro dei tuttologi- opinionisti- girotondini- economisti su ciò che sarà l’immediato futuro ( qui ed ora): preferiamo osare e sfidarlo questo Tempo – lasciando dietro lo stupore degli attoniti- e richiamare dall’oblio chi il Tempo l’ha segnato e cambiato.
Per sempre.

Così, nella consapevolezza che a ‘mancare’ sia l’uomo, quello educato al bello, quello eticamente consapevole che il fare sia per il benessere e la crescita comune e che tutti insieme –uomini e donne- sia unicamente per progredire, richiamiamo dall’oblio chi dal mondo e dall’universo è stato dimenticato, più spesso estromesso: quell’ universo è donna.

Fuori - nel mondo in cui viviamo - oltre le nostre coscienze un olocausto di proporzioni gigantesche grida disperato sul corpo di milioni di donne e bambine; è una guerra dichiarata, visibile, che muove sul piano fisico, sessuale, psicologico ed economico dal nord al sud del mondo, nelle nostre case, ad un passo da noi.
Da Nanchino all’India degli Avatar , dalla Cina dei 'saggi' all'Africa nera, dai paesi arabi all'Occidente ricco ed evoluto, nel Darfur, in Congo, in Sudan, nella ex Jugoslavia , oltre 130 milioni sono mutilate nel corpo e nell'anima.
Oltre il velo, un silenzio complice copre il volto delle donne, di tutte le donne, sulle quali quotidianamente si compie il rito : questione di sfumature, certo, difficili da comprendere..

Così, tra guerre dichiarate e terre di conquista, veli a coprire il volto delle donne storia e verità, tra veline gossip e oroscopi per l’anno che verrà, muoviamo fieri e alteri verso donne che nel campo della ricerca, della solidarietà, dell’arte, hanno determinato il ‘progresso della civiltà’ spingendola verso quello che fu definito ‘ il mondo nuovo’.

Donne esempio di emancipazione, genio e perseveranza come Maria Bakunin, Madame Curie, Maria Gaetana Agnesi, Mileva Einstein, Rosalind Franklin e Virginia Galilei , che nel campo della ricerca e scoperte scientifiche hanno dovuto lottare contro i pregiudizi e il maschilismo imperante, rischiando di vedersi strappare scoperte fondamentali, spesso attribuite ai soli colleghi uomini.
Donne come Eleonora Duse, Emma Grammatica, Sibilla Aleramo, Ada Negri, Anna Kuliscioff , Giacinta Pezzana, Alessandrina Ravizza, Ersilia Majno , Maria Montessori, Linda Malnati, Ada Negri.
Donne impegnate in un progetto di libertà e rinnovamento sociale, «donne nuove» che agli inizi del Novecento emerse prepotentemente conquistando spazi di autonomia e libertà attraverso i quali ancora oggi è possibile il confronto.
Una memoria di ‘èlite’ di donne – dunque - del tutto smarrita o forse volutamente dimenticata.
Che qui richiamiamo dall’oblio, sfidando il lettore attento e curioso.

Questi ditirambi chiudono l’ode sulla figura di una donna (di ieri- oggi- domani), che tutte le comprende e riscatta : il premio nobel Rita Levi Montalcini, prossima a spegnere le cento candeline e alla quale con punta d’orgoglio esprimiamo tutta la nostra riconoscenza e stima per ciò che con lo studio, la ricerca, l’aiuto concreto e solidale, ha saputo donare alla scienza e al mondo anche attraverso la sua Fondazione: esempio di sacrificio, abnegazione e volontà è per noi richiamo alla Virtù, in un mondo che reclama comportamenti virtuosi tanto nel campo dell’economia, quanto nel sapere e nella solidarietà e che alle donne impone il prezzo maggiore.

In equilibrio tra storia e memoria, per non dormire.
di Eloisa Dacquino