Del perduto amor

Leggendo ‘ pillole di saggezza’ sulle pagine del Corriere della Sera, dispensate dal noto sociologo del lunedì, ci chiediamo: meritano la prima pagina ragionamenti quali : “..il maschio prova piacere sessuale con qualsiasi partner, mentre la ragazza cerca sempre uno che le piaccia. Inoltre per lei il sesso è solo l’inizio, poi vuole qualcosa di più, una emozione, un amore…però le ragazze provano sentimenti amorosi intensi e un desiderio di durata che viene spesso frustrato dalla infedeltà maschile. Alcune reagiscono cercando di comportarsi come maschi, con l’alcool, le droghe, cambiando continuamente partner. Ma è contro la loro natura. Alla fine restano deluse, irritate,, amareggiate e quando trovano il grande amore fanno fatica ad avere fiducia, ad abbandonarsi e possono sciupare anche quello.”
Leggendo tali banalità, ci siamo chiesti come mai lo stesso non abbia continuato nei suoi ragionamenti sull’amore – sugli amori precoci - con frasi tipo ‘ le donne sono più sensibili degli uomini ’ e via dicendo con altri stereotipi e amenità varie.
Ma tant’è , l’immagine della donna tutta dedita all’amore, vulnerabile, ‘piegata’ all’uomo e al sentimento come votata ‘ per natura ’ o per ‘ natura diversa ’ al focolare domestico, è dura a morire e soddisfa quella morale e quel conservatorismo che in periodi di incertezza – morale, economica – relega e vorrebbe relegare le donne nella marginalità, perpetuando nell’immaginario collettivo l’idea della figura delicata e debole.
Stile Anna Verta Gentile, per intenderci.
Così, nel momento delle massime celebrazioni futuriste, vorremmo rispondere non con il ‘ Manifesto della donna futurista ’ di Valentine de Saint Point di cui abbiamo ampiamente e diffusamente parlato, quanto di un altro manifesto – a noi caro – delle donne di Fiume; quella Fiume occupata da D’Annunzio e da quei ‘figli dei fiori’ meno noti e conosciuti di quelli del più famoso ’68, che parteciparono un’avventura rivoluzionaria in linea con le avanguardie del tempo, momento insurrezionale di bravate futuriste e utopie, trasgressione sessuale e pirateria, gioco e guerra.
Così nel 1919 Margherita Keller Besozzi – la legionaria Fiammetta – esorta le donne a ribellarsi alla morale corrente: “Donne, è l’ora del vostro risveglio! Non abbiate paura dell’ipocrisia mascherata da morale. Non temete la verità. Non temete le parole. (…) nonostante la divina luce che irradia oggi dalla città di Vita e d’Amore, la donna di Fiume è forse la sola fra le donne d’Italia che sia, e ci tenga ad essere moralista. Moralista in tutto il senso vile della parola. La donna di Fiume è ancora quella dei romanzi – canzonette napoletane – galateo – Anna Verta Gentile. Vuole essere corteggiata: molto, delicatamente, con tutto e soprattutto con impostura.
Salvo poi a cedere facilissimamente quando un cretino sappia fare come l’idiozia vuole, come vuole il Mondo ( non ancora morto) di ieri.
Ma allora ( per carità!) che non lo si sappia, che non lo si dica, che nessuno se ne accorga. E’ più onesta la donna di Fiume delle donne di tutto il mondo? NO! E’ semplicemente più vecchia. Non si è ancora accorta della sua missione. Non si è ancora accorta della sua funzione. La donna di Fiume non è altro che la madre della donna moderna.
Distruggiamo tutto questo passato.
Libertà.
Spregiudicatezza.
Coraggio.”