Amleto e la crisi dell’uomo moderno

Il Piccolo Teatro di Milano si ferma a una nuova “stazione” dell’ideale percorso shakespeariano avviato con il 'Sogno' di Ronconi, i 'Sonetti' letti da Marianne Faithfull, il Romeo & Juliet (are dead) del Charioteer e che si concluderà alle soglie dell’estate con il Mercante di Venezia della compagnia inglese Propeller, con l’Amleto - in scena nella sala dello Strehler dal 24 febbraio all’8 marzo - prodotto dal Teatro Biondo di Palermo, in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania.
Ancora i versi del Bardo, dunque, per una tra le più conosciute tragedie di Shakespeare, qui proposta in una veste compiuta e definitiva nella traduzione di Alessandro Serpieri, regia e scene di Pietro Carriglio e musiche originali di Matteo D’Amico.
Il regista offre una lettura teatrale molto ampia – scrive Serpieri - fedele al testo e allo stesso tempo ricca di invenzioni finalizzate alla esplorazione di quel “mistero” che Amleto rinserra nelle sue molteplici quinte”.
E Carriglio d'altronde fin dall’inizio della sua attività di regista, ha dedicato un’attenzione particolare al teatro di Shakespeare - non solo per la sua grandezza e unicità letteraria e drammaturgia - ma perché costituisce la più complessa espressione di un’epoca di grandi stravolgimenti (per certi versi paragonabile alla nostra), dove si assiste al crollo di valori e certezze. Amleto, in particolare, viene assunto non solo quale simbolo della crisi dell’uomo moderno di fronte al destino e alle proprie responsabilità, quanto esemplare metafora del teatro come visione del mondo.


Piccolo Teatro Strehler, largo Greppi (M2 Lanza) – dal 24 febbraio all’8 marzo 2009
In tournèe a Venezia (10-15 marzo), Padova (17-22 marzo), Roma (24 marzo- 5 aprile), Trieste (14-19 aprile), Brescia (21-26 aprile)