La primera boda gay en Latinoamérica se celebra en la Patagonia
Scrooge
Piccolo Teatro Studio - via Rivoli, 6 - dal 22 al 30 dicembre 2009
La farsa tragica di Ionesco
di Eugène Ionesco
regia e scene Pietro Carriglio
con Nello Mascia, Galatea Ranzi e Sergio Basileproduzione Teatro Biondo Stabile di Palermo
AAA cercasi Cirano disperatamente
Sono ormai dieci anni che Teatro Libero rappresenta questo spettacolo in giro per l’Italia; cambiano le sale ma non il loro entusiasmo, supportato dalla presenza formidabile del pubblico che ha decretato il successo di questo spettacolo, trasformandolo in un ritratto generazionale e in un vero e proprio cult del teatro giovane.
Con momenti di intensa fisicità e nella maniera asciutta, veloce, visionaria che contraddistingue le regie di Corrado d' Elia, la magnifica storia di Cirano - uomo eroico e virtuoso - insuperabile nella spada e nella parola, la cui diversità e il rifiuto di farsi imprigionare dalle convenzioni sociali, dall'asservimento politico e culturale, dal conformismo ideologico e dal potere viene pagata con la morte.
Ombre Shakespeariane
“Nelle mie frequentazioni shakespeariane”, spiega il regista, “ho sempre scelto commedie problematiche: Troilo e Cressida, Sogno di una notte di mezza estate, Misura per misura. Il loro esito dipende dallo sguardo dell’osservatore: cosa vede? Cosa lascia in ombra? Il mercante di Venezia rientra nella mia predilezione per questo Shakespeare mezzo chiaro e mezzo scuro, mezzo serio e mezzo grottesco… Nel Mercante il concetto di duplicità è ancor più marcato, rispetto al Sogno: se là esisteva una netta demarcazione fra il mondo di Atene e quello della Foresta, nel Mercante possiamo parlare di una continua alternanza tra due “location” equivalenti, un luogo realistico, Venezia, e un luogo fiabesco o romanzesco, Belmonte. Due luoghi sono anche il “luogo dell’ebreo” e quello “del cristiano”. Non stiamo parlando di un conflitto di religioni: a Shakespeare non interessava e il testo va lasciato così com’è, senza forzature. Un altro tema interessante è il rapporto tra eros e danaro: la legge del danaro, e il modo in cui essa governa l’eros, è sorprendentemente presente. Siamo di fronte a una commedia piena di sfaccettature e di possibili punti di vista…”.
Piccolo Teatro Strehler - largo Greppi (M2 Lanza) -dal 9 al 23 dicembre 2009 e dal 7 al 31 gennaio 2010
Info e prenotazioni 848800304 - www.piccoloteatro.org - www.piccoloteatro.tv
Polizia Penitenziaria: quale identità
“Noi che conosciamo bene la realtà carceraria vivendola quotidianamente - dichiara Angelo Urso Segretario Nazionale UIL PA Penitenziari - non possiamo che soffrire per la conseguenze che si riverberano su di noi in termini di immagine”. “Riteniamo indispensabile - aggiunge Urso - sollecitare le coscienze di ognunoad una riflessione sulle condizioni che il sistema carcere attraversa, a causa del sovraffollamento e delle carenze di ogni genere”. “Vogliamo sfatare il luogo comune che vede proprio nella Polizia Penitenziaria i responsabili di tutto. Siamo noi, pur lavorando in condizioni di estrema difficoltà, ad essere i primi garanti dei detenuti, quelli che cercano di risolvere i loro problemi ogni giorno, di garantire i loro diritti e di far rispettare le regole di civile convivenza, coloro che assorbono i loro sfoghi, le loro sofferenze e le loro frustrazioni”. “Si tratta di quotidiani fatti di cronaca penitenziaria – conclude il sindacalista - dei quali non si parla perché forse nella notizia manca clamore, ma per noi salvare una persona che tenta il suicidio è motivo di soddisfazione perché un essere umano
è sempre tale, ancor di più quando privato della libertà”.
Al convegno interverranno il Presidente della Regione Lombardia, Sen. Roberto Formigoni, la Dr.ssa Antonella Maiolo sottosegretario del Presidente della Regione, il Dr.Alberto Nobili procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano, il Dr. Massimo Picozzi Direttore ricerca del Crimine presso l’Università Liuc di Castellanza, la Dr.ssa Alessandra Uscidda comandante di reparto presso la casa reclusione di Bollate, la Dr.ssa Daria Bignardi giornalista e conduttrice televisiva e Sarno Eugenio Segretario Generale UIL PA Penitenziari.
Carrozzine e stampelle di cioccolato, come il panettone a Natale
E allora la redazione di Disabili.com , portale di riferimento dei disabili italiani da 10 anni (1 milione di pagine viste al mese, 8.500 iscritti al forum e oltre 2.000 fan su Facebook) che di questo si occupa quotidianamente, 365 giorni l'anno, si è chiesta e ha chiesto ai propri navigatori- ed anche ad alcune persone che di disabilità si occupano o che la disabilità conoscono bene- se ha senso, ed eventualmente quale sia, celebrare il 3 dicembre.
Processo breve e violenza contro le donne
Associazione "D.r.Re. contro la violenza", Presso Linea Rosa, Sede Operativa, Via Mazzini, 57/A 48100 Ravenna. Tel. e Fax 0544 216316
e-mail: direcontrolaviolenza@women.it
www.direcontrolaviolenza.it
Sede legale: Via della Lungara nr. 19 – 00165 Roma
fonte: Unione Femminile Nazionale
La Locandiera pop di Corrado d'Elia
Dopo tanta sperimentazione, dopo gli ultimi lavori in cui la parola veniva spesso frammentata e le immagini e la musica suggestionavano in maniera determinante l'impianto spettacolare delle sue regie, ecco il ritorno ad un teatro di parola, di cui d'Elia è abilissimo costruttore (pensiamo a Cirano de Bergerac, Caligola e Novecento).
Gaber al femminile
“Dal primo istante”, spiega l’attrice, “mi è stato chiaro che in quanto donna non avrei mai potuto, ma soprattutto non avrei mai voluto, rifare Gaber. Ma Gaber, insieme a Luporini, ha davvero inventato un nuovo modo di abitare il palcoscenico e la canzone, rinnovando l'unione tra parola e musica, riflettendo,interrogandosi, scendendo nel privato o aprendosi al sociale, stando nel presente, riuscendo spesso a decifrarlo e persino ad anticiparlo, mettendosi in gioco in prima persona in una costante ricerca. Proprio nell'onestà di questa ricerca, che a tratti diventa perfino corrosiva, e nel bisogno di condividerla sta il punto di contatto con me, con noi, con l'oggi. Vale la pena di riascoltare le sue parole, specie in un momento tanto buio sia per la cultura che per le coscienze, ma credo valga la pena soprattutto perché la sua eredità, in questo caso, passa attraverso un'alterità - il mio essere donna appunto - un altro punto di vista, un'altra sensibilità. Nella costruzione della scaletta drammaturgica, non ho esitato a tagliare e ad integrare brani o canzoni di altri spettacoli, come per altro era sua consuetudine, specie con E pensare che c’era il pensiero forse lo spettacolo più rappresentato ed elaborato nel corso del tempo”.
“La cosa che mi ha soprattutto convinto”, aggiunge la regista Emanuela Giordano, “è l’idea di un Gaber riletto, ripensato, metabolizzato e proposto al femminile grazie all’interpretazione assolutamente inedita che ne fa Maddalena Crippa, allontanando così ogni rischio di imitazione, di rifare Gaber “facendo” Gaber. Maddalena Crippa, attraverso Gaber, canta e racconta la sua (nostra) idea del vivere, i suoi perché, le sue paure. E lo fa volutamente, con fascino, ironia, e potenza tutta femminile. Arturo Annecchino che ha curato il coordinamento musicale dello spettacolo, con gli arrangiamenti di Massimiliano Gagliardi, al pianoforte, ha aderito con entusiasmo al nostro desiderio di portare all’estremo questa inedita lettura gaberiana, presentando in scena non un ensemble strumentale ma un trio di giovanissime vocalist che fanno da contrappunto al canto di Maddalena Crippa, canto che spazia da una vocalità piena a note sottili e struggenti”.
L'ultimo appuntamento con “Milano per Giorgio Gaber” sarà il 14 dicembre con Claudio Bisio, che porta in scena, questa volta al Piccolo Teatro Strehler "Io quella volta lì avevo 25 anni", lettura scenica di un testo inedito di Gaber-Luporini, diretta da Giorgio Gallione con Carlo Boccadoro al pianoforte.
Piccolo Teatro Studio, via Rivoli 6 (M2 Lanza) – 2 e 3 dicembre 2009
Un mondo dove la violenza non sia più tollerata: quella contro le donne
Lo sottolinea il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne, ha rivolto un saluto ai partecipanti a tutte le manifestazioni ed agli eventi oggi in programma. "La Giornata internazionale contro la violenza alle donne - osserva il capo dello Stato - deve rappresentare un'occasione per riflettere su un fenomeno purtroppo ancora drammaticamente attuale, individuando gli strumenti idonei a combatterlo in quanto coinvolge tutti i Paesi e rappresenta una vera emergenza su scala mondiale".
"La conferenza su questo tema tenuta a Roma in occasione del G8 - prosegue Napolitano - ha fornito dati che valutano in più di 140 milioni le donne vittime di violenze di ogni tipo. Matrimoni forzati che coinvolgono anche bambine, mutilazioni genitali, stupri generalizzati in contesti di guerra non devono apparirci lontani e a noi estranei. Il dolore di quelle donne, di quelle bambine riguarda tutti noi, anche perché la barbarie della violenza contro le donne non è stata estirpata neppure nei Paesi economicamente e culturalmente avanzati". "..molto resta da fare in ogni parte del mondo per sradicare una concezione della donna come oggetto di cui ci si può anche appropriare: è infatti la persistenza di questi aberranti schemi mentali - sottolinea ancora - a favorire il riprodursi di insopportabili atti di sopraffazione anche in ambito familiare. E' triste dover ricordare che anche in Italia, nonostante la recente introduzione di norme opportunamente più severe, i casi di violenza, i soprusi e le intimidazioni sono in aumento".
Riprendiamoci la dignità, diciamo basta a veline e falsi miti estetici, diamo spazio e corpo alle intelligenze e a quella trascendenza del cuore che ci distingue e contraddistingue.
Donne sveglia!
Il canto libero di Nada
E’ la storia autobiografica e poetica di un mondo che non esiste più, dove l’essenza magica della natura, il tempo che passa, la pazzia, la passione, la morte, il diventare grandi sono un canto narrativo semplice e profondo che vibra di una forza misteriosa e struggente.
Da questa storia nasce MUSICAROMANZO, uno spettacolo che vede la bambina protagonista del libro raccontare della sua crescita fino a diventare donna e contemporaneamente racconta di un ritorno all’infanzia vista - oggi - con gli occhi della maturità.
MUSICAROMANZO
da Il mio cuore umano di Nada Malanima
Liberi Amori Possibili cercasi
Quale modo migliore dell'arte - dunque - e di tutto ciò che concerne lo spettacolo dal vivo per parlare di omosessualità senza tabù e aprirsi a nuove prospettive, lasciando da parte pregiudizi e paure?
Un progetto che nasce da un desiderio civile e culturale di presentare i diversi aspetti dell'omosessualità, considerando la pièce teatrale come immediato spunto di riflessione.
Perché le barriere, i pregiudizi, i distinguo e i moralismi ideologico-religiosi lascino spazio al dialogo, alla comprensione, a una serena e cosciente unica appartenenza, magari attraverso un’inquietudine, un’intuizione teatrale.
Per gli spettacoli che passeranno la prima fase di selezione verrà richiesto, solo dopo, il materiale video.
Per ogni chiarimento contattare il direttore organizzativo, Francesco Di Rienzo: 0245497296 – 3358054605
Dedicato a Fernanda Pivano
La canzone di Nanda ripercorre le tappe di un’avventura lunga quasi un secolo attraverso i Diari 1917-1973 (opera pubblicata da Bompiani) e i racconti originali che la Pivano ha fatto a Casale negli anni della loro frequentazione, dando così vita ad un affresco poetico ricco di figurazioni e melodie. La narrazione è accompagnata da immagini inedite e sottolineata da momenti musicali che attraverseranno le tappe più importanti della letteratura americana, da Hemingway ai giorni nostri, soffermandosi in particolare sulla beat generation. ù
“La canzone di Nanda”, spiega Giulio Casale, “è uno spettacolo di ‘teatro canzone’ e nasce dall’idea di unire i tanti amici e i tanti amori artistici di Fernanda Pivano attraverso una drammaturgia che contenga non solo i riferimenti ai grandi poeti, scrittori, artisti, ma anche le canzoni più rappresentative di un’epoca, che segnano anche i tempi della narrazione scenica. Questo lavoro nasce perché credo che la lezione libertaria e pacifista di Fernanda Pivano, vera selezionatrice di momenti eccellenti in letteratura e nell’arte in generale, sia quanto mai urgente oggi”.
“Giulio oltre che un attore è anche un autore”, osserva il regista, Gabriele Vacis, “Poi è uno che non scava solchi. Per dire: la distinzione tra recitare, cantare, ballare è solo occidentale. Lavorare con uno che fa tutto al livello di Giulio mi incuriosiva molto… E lavorando con lui mi sono convinto ancora di più che la regia è un lavoro di ascolto… Specie se hai un testo come quello di Fernanda Pivano da decifrare. I suoi Diari sono una specie di dizionario. Il vocabolario di un mondo che, purtroppo, non esiste più. Il nostro percorso è stato costruire il corpo che potesse pronunciare le parole di quel mondo. è un processo di incarnazione. In questo senso è sacro e non si può tanto parlarne”.
Il jazz di Alberto Sordi
Adattamenti di Enrico Intra
America Slow (da: Il bell’Antonio) / Amore, Amore, Amore, Amore (da: Un italiano in America) / Anima Nera (da: Anima Nera) / Opus Jazz (da: Adua e le compagne) / Underground Sketches, In Point of Love e Magic of New York (da: Lucky Luciano) / Rugido do leao (da: Finché c’è guerra c’è speranza) / This Is Life (da: Fumo di Londra) / Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto (dal film omonimo) / Daylight (sigla dell’orchestra 013)
CIVICA JAZZ BAND
Direttore ENRICO INTRA
Solisti: Emilio Soana (tromba), Roberto Rossi (trombone), Giulio Visibelli (sassofoni e flauto),
Mario Rusca (pianoforte), Lucio Terzano (contrabbasso), Tony Arco (batteria)
Introduzione al concerto a cura di Maurizio Franco
Giorello-Boschi-de Luca al Piccolo di Milano
Nella cornice di una scenografia “animata” da immagini in parte originali in parte rielaborazioni delle illustrazioni di Darwin ( tutte firmate da Luca Boschi), si dipana il viaggio del Beagle, il vascello che in cinque anni avrebbe portato lo scienziato alla scoperta dei luoghi più remoti del mondo: un percorso a tappe in cui ogni nuovo approdo, ogni nuova meta diventa occasione per illustrare alcuni aspetti del sistema evoluzionistico.
Il racconto prende le mosse dal desiderio di due ragazze dei giorni nostri di “intervistare” quel tranquillo gentiluomo del Kent che avrebbe promosso in biologia una rivoluzione intellettuale paragonabile a quella iniziata da Copernico in astronomia.
Piccolo Teatro Studio (via Rivoli 6 - M2 Lanza) – dal 21 novembre al 5 dicembre 2009
"Darwin… tra le nuvole"
Milano ricorda Alda Merini
Dittatura e follia alla Pasqual
Di Federico García Lorca, Lluís Pasqual ama dire che rappresenta per lui un padre artistico, un fratello maggiore che lo ha sempre guidato e ispirato nel suo lavoro di artista. “Oggi, per l’età che ho”, spiega, “mi sento maturo per il Lorca dei grandi spettacoli, dei testi più conosciuti ma anche più complessi come La casa di Bernarda Alba”. Il più internazionale dei registi spagnoli - che al Piccolo si fece conoscere nel 1987 con uno spettacolo di grande impatto come El Público (ancora da Lorca) - torna a Milano portando in scena il capolavoro del drammaturgo andaluso per il Festival di teatro in lingua originale del Piccolo, protagoniste le più grandi interpreti del teatro iberico guidate da Núria Espert e Rosa Maria Sardà.
La storia della madre tirannica e folle, che reclude in casa se stessa e le proprie figlie, impedendo loro di vivere e di amare, è per Pasqual la fotografia della Spagna franchista, schiacciata dalla dittatura: “Una denuncia spudorata e viva, grazie al teatro”, dice il regista. “Foto che riflettono realtà contenute in parole, in frasi scritte con il bianco ed il nero di Guernica di Picasso. Bernarda e la sua gente, allora e sempre, non difendono altro che una casta ed i suoi privilegi, sostenuta sopra colonne inamovibili di principi tanto vanamente eterni quanto vuoti e decomposti e lo fanno sfidando persino le leggi della Natura, e sapendo che semineranno solo morte”.
Come in un carcere, le mura chiudono e separano dal mondo quel nucleo di donne costrette a soggiacere alla tirannia matriarcale, in uno spazio tanto ampio quanto opprimente; si muovono come fantasmi, personaggi che sono la rappresentazione di un mondo ripiegato su se stesso, in cui non sembra penetrare alcun elemento proveniente dall’esterno. In ogni scena è palpabile la tensione del momento storico in cui è stata scritta scritta quest’opera e in ogni personaggio è possibile ritrovare un’indole, un carattere che ci riguarda, anche nel presente.
Piccolo Teatro Studio, via Rivoli 6 (M2 Lanza) – dal 5 al 15 novembre 2009 www.piccoloteatro.org - 848.800.304
Le cronache yiddish di Moni Ovadia
“Qui Radio Erevan, la radio della Repubblica socialista sovietica dell’Armenia. In nostri ascoltatori ci domandano: “Che cos’è uno scambio di opinioni?”. Rispondiamo: cari compagni, uno scambio di opinioni è quando entri nell’ufficio del tuo capo con un’opinione tua ed esci con la sua.”
80 anni con leggerezza
Festa grande nella famiglia del Piccolo Teatro domani, 6 novembre, per gli ottant’anni di Ferruccio Soleri, intramontabile interprete di Arlecchino servitore di due padroni: per l’occasione il sindaco di Milano Letizia Moratti gli conferirà l’Ambrogino d’oro con una cerimonia speciale alle
Ottant’anni splendidamente portati e quasi 50 da Arlecchino: Soleri infatti debuttò nel capolavoro goldoniano con la regia di Giorgio Strehler il 28 febbraio
Nominato nel 2007 Ambasciatore Unicef, questo Ambrogino si aggiunge a numerosi premi ricevuti da Soleri, tra i quali la medaglia di benemerenza civica del Comune di Milano, l’Arlecchino d’oro a Mantova, la maschera d’oro a Mosca, la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica come benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte, il leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia 2006.
Un uomo, una storia
Un giorno con Giovanni - organizzato dal Piccolo Teatro in collaborazione con
C’è il Raboni poeta al centro della giornata di studio organizzata dal dipartimento di Filologia moderna e curata dal professor Gianni Turchetta dal titolo “
La giornata dedicata al poeta e presieduta da Pier Vincenzo Mengaldo - filologo, storico della letteratura italiana e grande studioso del ‘900 - prevede interventi di: Fernando Bandini, Maria Antonietta Grignani, Gabriele Frasca, Rodolfo Zucco, che ne ha curato l’edizione dell’opera poetica per i “Meridiani” della Mondadori, Stefano Giovanardi, Silvana Tamiozzo Goldmann, Fabio Magro, autore di una recente monografia sul poeta, Marco Ceriani e Luca Daino. Ma l’attività di Giovanni Raboni appartiene anche all’editoria. Consulente di Garzanti e Mondadori, prima, e direttore della collana di poesia della Guanda poi, il poeta Raboni dà voce a tanta poesia contemporanea - quella nota e quella fino ad allora del tutto sconosciuta - mantenendo un rapporto prolifico e costante con il mondo editoriale, che lo vede anche traduttore di Flaubert, Apollinaire, Baudelaire e Racine, oltre che dell’intera Recherche proustiana. E poi c’è l’attività di giornalista e critico letterario, teatrale e cinematografico attento ai problemi della vita sociale, culturale e politica del Paese, che analizza con lucida generosità dalle pagine di aut aut, di Paragone, dei Quaderni Piacentini, del Corriere della Sera. Di questo si parlerà nella tavola rotonda conclusiva che vede la partecipazione di: Dino Messina, Enzo Golino, Gianni Mura e Moni Ovadia.
Omofobia: un passo indietro per l'Italia
Il birraio di Preston
Siamo nella seconda metà dell’Ottocento, in una piccola città della provincia siciliana, quella Vigàta dove Camilleri ama ambientare tutte le sue storie ancora un secolo e mezzo prima dell’arrivo di Montalbano. Si deve inaugurare il nuovo teatro civico “Re d’Italia”. Il Prefetto Bortuzzi - fiorentino e perciò “straniero” - prefetto di Montelusa, paese distante qualche chilometro, ma odiato dagli abitanti di Vigàta perché più importante e sede della Prefettura, s’intestardisce ad aprire la stagione lirica con Il birraio di Preston, melodramma di Ricci di scarso valore, di nulla fama e di oggettiva idiozia. In realtà nessuno vorrebbe la rappresentazione di quell’opera, ma il Prefetto obbliga a dimettersi ben due consigli di amministrazione del teatro, pur di far passare quella che lui considera una doverosa educazione dei vigatesi all’Arte. Tra i siciliani, visibilmente irritati dall’autorità esterna, si insinua il “bombarolo” mazziniano Nando Traquandi, venuto da Roma per creare scompiglio all’apertura della sala. L’imposizione, un “atto di testardaggine” del Prefetto, crea dunque una situazione che dopo aver visti coinvolti l’esercito, mafiosi veri e presunti, causa un incendio con numerosi morti e ci conduce infine alla scoperta che tutto è nato per un clamoroso equivoco.
Questo "Il birraio di Preston", capolavoro assoluto della scrittura di Camilleri, in scena al Piccolo Teatro Strehler dal 20 ottobre al 15 novembre. “Prima di accettare l'ipotesi di una riduzione per il teatro - spiega Camilleri - ho resistito un bel po'. Non capivo come fosse possibile (e ragionavo, è ovvio, da autore) trovare un contenitore spaziale, una griglia che supportasse, senza tradirlo, il racconto. Il colloquio avuto con Giuseppe Dipasquale ci ha fatto trovare la soluzione: una struttura drammaturgica che salvaguardasse la scomposizione temporale del romanzo, ma condotta in modo da loca lizzare scenicamente il tutto in un luogo chefosse ad un tempo un teatro (quello, per esem pio, dove poteva essere avvenuto l'incendio) e il luogo dell'azione del racconto”. Osserva il regista Giuseppe Dipasquale: “Il racconto parte da un fatto che vuole essere di per sé stupefacente, misterioso e incantatore. Proprio come il' C’era una volta dei bambini'. E di un bambino si tratta: l’occhio innocente di un bimbo, per purezza nei confronti del mondo, è il motore dell’azione. Ad esso è destinata, in apertura del romanzo, la scoperta dell’unica grande tragedia che incombe su Vigàta; le altre saranno come delle ipotragedie in questa contenute e da questa conseguenti. Ossia lo spaventoso incendio che nell’originale struttura narrativa costituisce l’inizio e al tempo stesso la conclusione del racconto”.
Tra brucianti storie d’amore, morti ammazzati per volontà e per accidente, lazzi di un loggione indisciplinato, si dipana una storia dalla perfetta architettura narrativa che partendo da una tragedia ci porta al sorriso e che Giuseppe Dipasquale - con la stessa raffinata ironia- mette in scena, a dieci anni dal primo allestimento e con un cast rinnovato.
Piccolo Teatro Strehler, largo Greppi 2 - M2 Lanza – dal 20 ottobre al 15 novembre 2009
foto Filippo Sinopoli
Il rogo della verità
"Siamo entrati nella fabbrica per i sopralluoghi e più che la parte bruciata mi ha colpito il resto, lo squallore, la tristezza, la morte che il luogo in sé, la fabbrica appunto, emanava. Il mio viaggio dentro la fabbrica è cominciato da lì. Sentivo il bisogno di partire da quel dolore cercando di entrare nella sua profondità, evitando il pietismo che è solo prodotto dall’ipocrisia." Pippo Delbono
Approda a Milano dopo il grande successo riscosso ad Avignone "La menzogna", ultima creazione di Pippo Delbono, che sarà in scena al Piccolo Teatro Studio fino al 31 ottobre. Lo spettacolo prende le mosse dal tragico episodio dell’incendio alla Thyssen Krupp costato la vita a sette operai, ma non si ferma alla fabbrica col suo bagaglio di dolore o lo stillicidio continuo delle morti bianche: lo spettacolo svela -alla maniera visionaria e poetica dell’artista ligure - la menzogna come un male diffuso in maniera capillare al quale è difficile, se non impossibile, sottrarsi. Ed è di nuovo la presa di coscienza del dolore il nucleo centrale di questo, come già di altri lavori di Delbono. La menzogna si apre nel silenzio. Quel silenzio, quella memoria, sono il suo punto di partenza.
Vengono però poi evocate altre memorie, altri corpi bruciati, reclusi, abbandonati, mentre emerge il desiderio dell’autore di andare a fondo, guardarsi in faccia, andare oltre le menzogne politiche, ma anche teatrali. La menzogna muove da un bisogno di verità, di spogliarsi delle menzogne di cui è intessuta la vita di ciascuno, di smascherare il finto gioco della rappresentazione, per essere spettacolo politico attraverso la poesia e mettere in guardia contro il razzismo e il fascismo strisciante, contro la violenza e la stupidità. Riflessioni e materiali letterari costruiscono man mano il discorso dell’autore intorno al suo tema, insieme ad immagini surreali, oniriche, brani da Shakespeare non interpretati ma che emergono come urli dell’anima, un tessuto sonoro emotivo che va dall’opera al tango, da Stravinskij a Wagner, fino alla voce di Juliette Greco.
Piccolo Teatro Studio, via Rivoli 6 - M2 Lanza – fino al 31 ottobre 2009