Brigantesse, rivoltose, tarantolate, streghe

'Qualunque cosa sia dio, giustizia è figlia di un tempo lunghissimo e ha le sue origini nella natura' (Euripide)
'Civiltà antichissima raffinata e complessa, quella delle donne delle comunità arcaiche che curavano i malati, determinavano i tempi della festa, del piacere, della vita e della morte.. che credeva ogni cosa governata da un'anima intelligente e senziente, con cui comunicare...cultura che Chiesa e Stato demonizzarono e distrussero'.

Questo il racconto - ancora oggi difficile - delle culture minoritarie, dei popoli marginali, subalterni, avversari del potere costituito; di società e comunità di donne ( uomini) liberi, che vivevano a stretto contatto con la natura, nell'affascinante ricostruzione della storia delle streghe e delle 'donne contro' che Michela Zucca affronta nell'interessante libro ' Donne delinquenti', per i tipi della Simone edizioni.
Attraverso la raccolta e l'esame di miti e leggende, di racconti e modi di dire, Michela Zucca ridà voce e dignità a chi non ha potuto tramandare 'la propria versione dei fatti', a donne 'contro' cacciate a suon di roghi e benedizioni dalle città in cui dominava il clero per rifugiarsi sulle Alpi; attraverso trame di frammenti (racconti, atti di processi e cronache salvate dalla distruzione), emerge il senso nascosto, profondo, di vite intrecciate a una trama che ancora resiste e vive.
Storie di donne a chiudere questa settimana di "celebrazioni", per dimostrare che un altro mondo è possibile e sopravvive nel ricordo e nella memoria della gente delle Alpi e delle montagne.
Ancora alle donne, dopo l'8 di marzo, il mio personale invito.

Specializzata in antropologia alpina e storia della stregoneria, Michela Zucca ha svolto il suo lavoro di campo fra gli sciamani sudamericani amazzonici; fondatrice della rete delle donne delle Alpi, lavora al centro di ecologia alpina di Trento e si occupa di sviluppo sostenibile di aree rurali marginali, formazione, valorizzazione del territorio, progetti europei.
Con 'Donne delinquenti' riprende i fili della tradizione aprendoci a un mondo, a un sentire comune, per troppo tempo relegato nell’oblio della memoria, invitandoci ancora a cantare, contare, incantare: il filo rosso della 'rivolta' di genere fatta di gesti, sentimenti tramandati e di lenta opposizione non si è ancora spezzato.
Nei nostri cuori, la rivoluzione è solo iniziata.
Eloisa Dacquino